No al duo “Salvini/Renzi”
Martedì 5 e mercoledì 6 maggio Trento si è mobilitata contro i due Matteo.
Martedì 5 in piazza per dire che Renzi oggi è ridotto a braccio operativo della troika e della finanza internazionale rappresentata dalla banca JP Morgan che ha chiesto ai governo di cancellare le Costituzioni europee ritenute troppo socialiste.
Il primo a dare applicazione a questo diktat è stato Renzi il quale per mesi ha bloccato il Parlamento con la riforma del senato mentre marcivano i problemi dell’economia, la disoccupazione cresceva i poveri aumentavano e l’industria prendeva la strada della delocalizzazione.
In piazza per dire:
NO a questo rottamatore della Costituzione e “macellaio” dei diritti e della vita dei lavoratori che con il jobs act ha cancellato l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori permettendo alle aziende di licenziare a piacimento, di demansionare e controllare a distanza i lavoratori.
NO alla riforma elettorale che trasforma la nostra repubblica da parlamentare a presidenziale e ridotto il parlamento a mero esecutore delle disposizioni del governo.
PER chiedere il ritiro della riforma della “buona scuola” che da al preside pieni poteri sui docenti mortificandone la loro professionalità e la stessa libertà di insegnamento con il conseguente aumento delle clientele.
Mercoledì 6 in piazza per dire che l’altro Matteo, oltre che razzista è anche l’espressione dell’altra faccia delle politiche della troika. Un bravo servitore dei poteri forti che ha il compito di usare il suo razzismo e lo sdoganamento dei fascisti di casa pound per gridare all’invasione degli emigrati come causa della crisi e così evitare che l’attenzione dei cittadini si soffermi sulle pesanti responsabilità delle politiche di austerità e delle grande speculazione finanziaria rispetto a questa crisi.
Ma a Salvini abbiamo anche voluto gridare forte la nostra indignazione di una Trento antifascista che non può accettare la presenza dei fascisti di casa pound – che sono i maggiori responsabili del clima di violenza sociale presente in città – e che Trento è e rimane antifascista e antirazzista e quindi non può esserci spazio per le politiche razziste e xenofobe della lega e del suo segretario Salvini il quale per racimolare qualche voto non esita ad istigare all’odio razziale chiedendo di radere al suolo i campi rom e di lasciare annegare i migranti in mezzo al mare.
Per questo molti, nonostante una città inutilmente blindata per due giorni, hanno voluto scendere in piazza per combattere i due “Matteo”, il primo perché incarna gli interessi della finanza (basta vedere chi partecipa alle sue cene di finanziamento), della speculazione dilagante (vedi il cd. “sblocca Italia”), mentre la corruzione la fa da padrone al punto il suo governo ha il maggior numero di inquisiti della storia d’Italia.
Il secondo perché Trento vuole essere parte di quel popolo dell’accoglienza perché seminare odio razziale aumenta solo l’insicurezza sociale. Perché il razzismo non permette di capire che a distruggere il futuro dei giovani, che i responsabili della disoccupazione, della crisi, della cancellazione dello stato sociale della privatizzazione dei beni comuni e quindi della riduzione del lavoro a mere forme di schiavitù sono le politiche della troika, della banca mondiale quelle multinazionali che sponsorizzano l’Expo e non chi scappa dalla guerra e dalla miseria.
Per questo noi non ci ARRENZIAMO ma continueremmo, pur fra mille difficoltà a lottare per cambiare il governo della troika mascherato da rottamatore dei diritti e della Costituzione, per dire No al razzismo ed all’odio razziale e per costruire un modo migliore senza sfruttati e senza sfruttatori.
Ezio Casagranda