Lettera di un professore ai suoi studenti

Premessa
Ho scritto questa lettera ai miei studenti per salutarli, e per spiegare come mai quest’anno non sarò
con loro.
L’ho scritta anche per condividere con loro una lezione più importante di quelle di chimica:
una lezione sul rispetto reciproco.
Vuole essere una lezione concreta, calata nel momento storico che stiamo vivendo,
un momento di sofferenza per tutti.
Ho mandato questa lettera a “l’Adige” il 20 settembre scorso, chiedendo venisse pubblicata.
Nelle tre settimane trascorse ho mandato diversi solleciti al Direttore Alberto Faustini.
Alla fne ho lasciato perdere e ho deciso di diffonderla sui social.
Perchè Faustini non ha pubblicato questa lettera?
Vi lascerò con questo dubbio.
Buona lettura.
prof. Francesco Prandel
(libero docente di chimica)


LETTERA APERTA AI MIEI STUDENTI
Cari studenti,
scrivo per salutarvi e spiegarvi perché, quest’anno, non mi sono presentato in classe.
Il motivo sembra semplice: non ho il “green pass”, e quindi non posso entrare a scuola.
Ma, dopo un anno di chimica assieme, voi sapete che le cose sono più complesse di come appaiono.
Per questo mi sento in dovere di spiegarvi perché non ho il “green pass”, e dunque perché non posso
proseguire e accompagnarvi nel percorso che abbiamo intrapreso.
Ricorderete che lo scorso anno, quando abbiamo iniziato il corso di chimica, vi ho detto che a me
non interessa tanto imbottirvi la testa di nozioni e formule. Fareste tanta fatica a memorizzarle,
e le dimentichereste poco dopo il tema o l’interrogazione.
Le nozioni e le formule servono, sono importanti, ma non sono il fne del mio insegnamento, sono solo
un mezzo. Il fne è un altro.
Vi ho proposto di vedere il corso di chimica come una palestra per la mente, un modo per allenare
il ragionamento. Imparare a ragionare è un po’ come imparare ad andare in bici: una volta che sei capace
di farlo, lo sai fare per tutta la vita.
Anche se in questo momento non sono un vostro insegnante, vi assegno un compito per casa: rifettete sul
“green pass” in maniera intellettualmente onesta e logicamente rigorosa, e poi tirate le vostre conclusioni.
Possono anche essere diverse dalle mie, ma non per questo saranno necessariamente sbagliate.
La conclusione del mio ragionamento è che che il “green pass” non è affatto una misura sanitaria ma,
semmai, una discriminazione politica culturalmente vergognosa e intellettualmente imbarazzante. Se fosse
una garanzia sanitaria, come si vuol far credere, qualcuno mi dovrebbe spiegare perché i docenti non
vaccinati possono entrare a scuola solo dimostrando di essere “negativi” (con un “green pass da tampone”),
mentre i vaccinati (muniti di “green pass da vaccino”), non lo debbono dimostrare pur essendo
potenzialmente “positivi”.
Ricorderete anche che il concetto di probabilità, che abbiamo discusso parlando di orbitali atomici,
è piuttosto delicato e si presta facilmente a clamorosi equivoci e impieghi impropri.
Per questo, come insegnante che ha sempre difeso il valore della cultura e dell’intelletto, e che dai suoi
studenti ha sempre preteso rigore logico e onestà intellettuale, non posso accettare né esibire – men che meno
a scuola – il “green pass”. Vi prego di perdonarmi ma, personalmente, non sono disposto a rinnegare certi
valori per entrare a scuola, e a celebrarli appena mi presento in classe.
Per come sono fatto, sarebbe come chiedere a un sacerdote di bestemmiare prima di celebrare la messa.
Durante le vacanze mi sono recato a Trento per frmare una petizione sottoscritta da tanti miei colleghi.
Mentre autenticava la mia frma, l’avvocato mi ha chiesto: “lo sa che stanno frmando molti docenti dell’area
scientifca?” Al ché gli ho risposto: “la cosa non mi sorprende, perché chi ha una formazione scientifca
non conosce solo le potenzialità della scienza, ne conosce anche i limiti”.
Adesso che la scuola è iniziata, gli insegnanti che scarseggiano di più sono – guarda caso – proprio quelli
dell’area scientifca. Forse perché, anche per alcuni di loro, il “green pass” è uno scempio culturale e un
abominio intellettuale inaccettabile, soprattutto a scuola. Al bar, forse, è diverso.
Detto questo, vi chiedo di rispettare le scelte dei vostri compagni, come io rispetto quelle dei miei colleghi.
Se da una parte sono estremamente critico sul “green pass”, dall’altra mi rendo conto che alcuni insegnanti
non hanno scelta, mentre altri vedono il “green pass” da una diversa prospettiva. C’è chi prova a tener alto
il valore della cultura e dell’intelletto prendendo le distanze da certe cadute del sistema scolastico, e chi cerca
di difendere questi valori lavorando dall’interno. Sono reazioni diverse a questa situazione, ma le reputo
entrambe necessarie e rispettabili.
Non mi sono vaccinato, ma rispetto chi l’ha fatto. Vedo buone ragioni da entrambe le parti. Se avete
compreso la natura ambigua dell’elettrone (ricordate il dilemma, onda e/o particella?), non avrete alcuna
diffcoltà a capire perché rispetto scelte antitetiche rispetto alla mia. La realtà è complessa, è poliedrica,
é testa e/o croce. “Il vero è l’intero”, diceva G. Hegel, e i teorici della Gestalt sostenevano che “L’intero è più
della somma delle parti”.
Il problema che il nuovo virus ci ha assegnato, è estremamente diffcile da affrontare e risolvere.
Ma, se manca il rispetto reciproco, qualunque strategia risolutiva venga messa in atto si rivelerà fallimentare,
perché creerà più problemi di quanti potrà risolverne. Quello che è accaduto nelle ultime settimane ne è forse
la conferma empirica più stringente.
Spero che, nonostante le pessime premesse, l’anno scolastico appena iniziato volga comunque al meglio.
Con rispetto e affetto, vostro
prof. Francesco Prandel
(libero docente di chimica)

“La paura, come e più di avidità e rabbia, non ammette discussioni, non tollera repliche, non conosce
obiezioni: paralizza ingegno e spirito critico, annebbia la capacità di fare banali distinzioni, intima la fretta,
la chiusura mentale, l’impazienza. Innesca un terrorismo che davvero ci tiranneggia.”

Ermanno Bencivenga (flosofo italiano)

“Il problema dell’umanità e che gli imbecilli sono pieni di certezze, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi”.
Bertrand Russell (matematico britannico

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Un commento

  • Adriano

    Scrive bene la professoressa; ognuno deve farsi la propria idea , ognuno! e possono anche esserci quelli che sul green pass hanno una idea completamente diversa . “Ma se manca il rispetto reciproco…”
    ecco evitiamo di dare patenti di chi è più a sinistra e chi invece è un traditore della classe operaia, schiavo, servo delle case farmaceutiche ecc. sarebbe già sufficiente

    “Il problema dell’umanità e che gli imbecilli sono pieni di certezze, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi”.
    Bertrand Russell (matematico britannico

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