Fornero: la violenza e le bugie

I numeri dell’Inps parlano chiaro: gli esodati sono quasi 400mila, molti di più di quanti sarebbero inclusi nella proposta di “salvaguardia” – che dovrebbe valere per 65mila persone – contenuta nel decreto del governo e il Ministro era a conoscenza di questo numero, prima di firmare il suddetto decreto che ha letteralmente messo in mezzo alla strada centinaia di migliaia di persone. Un ministro che mente al paese se ne vada a casa con tutto il suo governo. 
Che la Fornero si sia distinta per le sue menzogne era un dato assodato per milioni di cittadini, giovani ed anziani, che hanno provato sulla loro pelle le conseguenze delle sue riforme ma non per i grandi mezzi di informazione.
 Fornero dixit: La riforma delle pensioni è pensata per i giovani. Dopo sei mesi dalla riforma pensionistica la disoccupazione giovanile è salita dal 30 al 36%. Un punto al mese dovuto in gran parte al mancato tour-over. I padri forzati al lavoro fino a 67 anni ed i figli condannati alla disoccupazione.
Riforma del mercato del lavoro. La Fornero ha mentito su : La riduzione della precarietà, (nessuna riduzione delle forme di lavoro precario); Sugli ammortizzatori sociali che vengono fortemente ridimensionati per tutti (qualche euro per gli atipici non ne cambia il segno); La cancellazione dell’articolo 18 che non crea occupazione ma rende strutturale la precarietà per tutti, giovani, anziani, donne e migranti; Sulla “paccata” di miliardi promessi per gli ammortizzatori e per l’occupazione giovanile che sono scomparsi dal tavolo di concertazione.
Come Comitato “welcome fornero” abbiamo denunciato con forza questa realtà che molti, ancora continuano a non voler vedere. 

Queste semplici verità non piacciano alla Fornero e lo ha dimostrato anche al Festival dell’economia di Trento sabato 2 giugno quando le forze del “di-ordine” hanno, senza motivo, manganellato quanti stavano protestando contro le politiche di austerità del governo, contro la riforma delle pensioni, la modifica dell’articolo 18, gli sprechi, la corruzione, le grandi opere e per un reddito di cittadinanza.
La sua risposta è arrivata per il tramite dei celerini ed è stata tanto violenta quanto ingiustificata. Una violenza che porta responsabilità precise: dal ministro Fornero al presidente Dellai che nei giorni precedenti ha contribuito alla costruzione di un clima di tensione e di caccia al dissidente interpretato dai celerini come autorizzazione a usare il braccio violento per confermare l’ostracismo del potere verso ogni forma di dissenso.
Questo Governo “tecnico” non ammette il dissenso sociale e per questo aumenta le forme di repressione nei confronti di quanti propongono strade alternative. Dalla Valsusa – dove ha militarizzato la valle – fino alle manifestazione dei lavoratori che lottano per la difesa del loro posto di lavoro come successo alla Gartico (della catena Il Gigante) di Basiano in Brianza (Milano) o semplici cittadini che vogliono contestare una politica di tagli allo stato sociale, ai salari, alle pensioni e ai diritti e che non vogliono suicidarsi in silenzio come vorrebbe il professor Monti.

Ezio Casagranda

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