Vitalizi: La nostra protesta dentro il palazzo

100_2927Oggi 11 marzo, in occasione dello sciopero provinciale contro privilegi e vitalizi, indetto dai sindacati di base SBM e USB del Trentino, tante persone si sono date appuntamento sotto il palazzo della Regione.
L’appello dei sindacati è stato accolto anche da ASC Trento, che ha lanciato una  mobilitazione sul diritto alla casa ed al reddito.
Attivisti e cittadini indignati hanno fatto irruzione nel palazzo, interrompendo la seduta del Consiglio Provinciale con striscioni e slogan contro i privilegi. “Dovete darci il denaro, restituite il maltolto” sono state le parole d’ordine dell’iniziativa, per rivendicare un’alternativa dal basso all’attuale gestione delle risorse pubbliche e per costruire una campagna per nuovi diritti ed un nuovo Welfare.
Gli occupanti hanno preteso dal Presidente della Provincia Ugo Rossi un incontro pubblico, in piazza, che sia aperto ad una città che stamattina ha dimostrato che la democrazia reale si costruisce lottando.
Successivamente è stata occupata una sala della Regione dove si è tenuta una breve assemblea pubblica.
Dopo l’occupazione della regione è partito un corteo spontaneo per le vie del centro storico che si è concluso in piazza Duomo.

Qui sotto riportiamo la proposta fatta da Sindacati USB e SBM unitamente all’assemblea sociale per la Casa sulle retribuzioni dei consiglieri provinciali del Trentino:

Come Sindacati USB e SBM unitamente all’Assemblea Sociale per la Casa riteniamo avanzare una proposta concreta in materia di retribuzioni dei nostri consiglieri provinciali cercando di evitare le logiche dell’antipolitica.
La nostra proposta nasce dalla convinzione che fare politica come consigliere provinciale deve essere riportato ed assimilato ad una attività normale.
Un lavoro scelto (già questo spesso è una fortuna) dove passione e capacità di ascolto debbano essere le priorità rispetto alla logica, oggi prevalente,  di fare l’affare della vita.
Infatti i trattamenti derivanti da vari vitalizi e prebende sono non solo scandalosi ma – riteniamo – anche in contrasto con l’articolo 54 della Costituzione che recita :” ..I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, ..”.
Noi siamo convinti che una vera riforma debba inoltre riportare la politica ad essere nuovamente passione, coinvolgimento, partecipazione democratica.
Quindi la prima cosa da evitare è che i trattamenti riservati agli eletti sia un affare colossale per cui valga la pena di “investire” decine e decine di migliaia di euro per il semplice fatto che se letto avrò un ritorno colossale (588.000 euro per 5 anni, oltre i rimborsi spesa e prebende varie).
Inoltre come ogni altra attività lavorativa la retribuzione deve essere collegata al rendimento del lavoro svolto e quindi dato che le scelte della Provincia incidono sul tessuto economico produttivo e sulle condizioni complessive dei cittadini riteniamo che il metro di misura su cui valorizzare le scelte politiche degli amministratori sia il reddito medio della provincia al quale collegare lo stipendio dei consiglieri. Se il reddito medio sale salgono anche i loro stipendi se il reddito medio cala cala anche il loro stipendio.
Per la parte previdenziale proponiamo che, come per tutti i lavoratori dipendenti, siano applicate le norme INPS e quindi la pensione arrivi dopo 42 anni di lavoro o a 67 anni di età salvo cancellare la riforma Fornero.
Al Presidente Rossi  proponiamo che::
• la retribuzione annua per i consiglieri sia collegata al reddito medio dei cittadini trentini (23.500 euro annui);
• Previdenza e pensioni: iscrizione all’INPS ed applicazione delle norme previdenziali previste per il lavoro dipendente.
• Rimborsi spese: Applicazione delle tariffe di trasferta nel limite della quota fiscalmente esenti previsti per la trasferta Italia. Nessun rimborso per l’attività in provincia.
• Vitalizi: Tutte le somme superiori a 1400 euro mensili (la quota per cui viene ancora rivalutata la pensione) devono essere bloccate e restituite alla collettività.
E non ci vengano a parlare di diritti acquisiti, non vogliamo che oltre alla beffa questi possano prenderci anche per i fondelli con la tiritera dei diritti acquisiti.
Questo lo vadano a dire agli esodati, a quei lavoratori che si sono visti portare l’età pensionabile a 67 anni, cancellare il diritto alla pensione dopo 40 anni di lavoro, a quelli che si vedono ridurre il salario, a quanti vedono aumentare i costi dei servizi sociali, gli affitti, e ogni giorno devono fare i salti mortali per per mettere assieme il pranzo con la cena.
Demagogia, populismo?
Cari signori la nostra proposta altro non è che l’applicazione alla politica delle norme previste per la stragrande maggioranza dei lavoratori Trentini.
Infine proponiamo che i risparmi di questa riforma debbano essere utilizzati per investire sul reddito di cittadinanza, per cancellare gli aumenti ITEA e per una nuova politica della casa, per i servizi sociali e per creare occasioni di lavoro per i giovani.

SBM, USB e ASC Trentino

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Un commento

  • Luciano Lorandi

    Questa mattina è stato il primo passo!!!
    Proseguiremo sulla stessa via,democrazia diretta e non la rappresentanza di chi rappresenta solo se stesso e i propri interessi!!!
    Gli andremo a prendere tutti,ma non sotto casa,dentro al “palazzo”come abbiamo fatto oggi!!!
    Oggi abbiamo visto che “E'” possibile!!!!
    Avanti a testa alta!!!

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