La Valsusa resiste per tutti noi

In Valsusa continua la lotta dei cittadini contro l’esproprio di terreni agricoli che servono per ospitare i cantieri per la costruzione del TAV Torino-Lione. Vergognose sono le ricostruzioni di parte fatta dalla grande stampa e dai mass media di quanto succede in una valle del Piemonte martoriata da una politica di potenza che non ha paragoni nel nostro sistema democratico.
La descrizione di quanto successo a Luca “costretto” a cadere da quanti insistono nel chiamarsi “forze dell’ordine” ma che sempre più spesso sono causa o concausa di violenza contro il dissenso e di lutti fra i cittadini che esercitano liberamente e democraticamente i diritti costituzionali.
Ieri, anche a Trento si è svolta una manifestazione in solidarietà con Luca e con la Valle in lotta per la difesa del loro territorio, dei loro diritti e contro un sistema di potere che con il tempo si è trasformato in un mostro economico chiamato TAV.
Un mostro che si alimenta nella disinformazione della stampa la quale si guarda bene dal divulgare o approfondire la realtà dei fatti. Dalla presenza dell’esercito al tema dei costi.
In val di Susa e precisamente a Chiomonte non siamo davanti ad un cantiere ma ad una vera e propria base militare e hanno usando l’esercito come dei bodyguard privati per mettere e difendere le famose recinzioni che hanno permesso di accedere ai soldi della comunità europea.
Questa operazione di repressione di Stato solo per i primi due mesi, e senza che sia ancora installato il cantiere TAV, la militarizzazione della valle è costata ai contribuenti italiani 5 milioni e 400mila Euro (90.000 € al giorno, dato dei sindacati di polizia). Mi chiedo quanto ci costerà questa protervia di uno Stato ormai succube ai poteri forti.
Con quale coraggio governo, PD, PDL e terzo polo continuano a sostenere il TAV nel mentre si tagliano pensioni, salari, sanità e servizi sociali a causa di un una crisi economica senza sbocchi.
Un’altra questione rimasta in ombra riguarda la “fu-democrazia”. Mi riferisco a quanto avviene in Valsusa dove lo Stato non ha esitato a dichiarare guerra anche ai propri cittadini calpestando non solo la democrazia ma anche le regole della convivenza civile. mi riferisco alla mancanza di democrazia nei luoghi di lavoro dove i lavoratori non possono votare gli accordi e/o eleggere i propri rappresentanti. Mi riferisco alla Fiat dove oltre alla democrazia sono stati cancellati anche pezzi di libertà come a Pomigliano, mi riferisco al fatto che questo governo è nato da una sospensione della democrazia.
Nonostante questa situazione pesante continua l’eroica resistenza della popolazione della Valsusa. Una lotta che rappresenta l’Italia che contesta le scelte di un governo che di tecnico ha solo il nome ma nei fatti assume scelte non solo politiche ma sempre più spesso ideologiche. Dalla Valsusa all’articolo 18 passando per la privatizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici nonostante i referendum del giugno scorso.
Per questo nel mentre stiamo seguendo con apprensioni le sorti di Luca siamo a fianco dei cittadini della Valsusa ai quali va il nostro sostegno ed il nostro incoraggiamento.
La Valsusa resiste per tutti noi, noi tutti per la Valsusa.
NO TAV ne in Valsusa ne altrove.

Ezio Casagranda

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