Fiom e Filcams scioperano e la Cgil ?

Nella giornata di ieri la Filcams Cgil è scesa in sciopero contro le politiche del governo Monti in materia di liberalizzazione degli orari dei negozi, contro la riforma Fornero ed in difesa dell’articolo 18 e della dignità del e nel lavoro.
Oltre 150 lavoratori hanno manifestato davanti al Commissariato del Governo per ribadire il loro NO alla riforma Fornero che ha innalzato l’età pensionabile, NO allo scardinamento dell’articolo 18 , No alla liberalizzazione selvaggia di orari e aperture festive per il settore del commercio NO al taglio della spesa pubblica che colpisce in particolare anche chi lavora nei servizi appaltati.
Nel suo intervento Roland Caramelle ha ribadito che la politica di austerità a senso unico imposta da Monti per conto della Banca centrale europea anziché risolvere i problemi gli aggrava, causa recessione e rischia di portare il nostro paese alla deriva come in greca.
Forte è stata la critica al Comune di Trento per la delibera di liberalizzazione degli orari e delle domeniche nel settore del commercio che nei fatti fa propria la filosofia delle liberalizzazioni imposte dal governo Monti cancellando nei fatti l’autonomia del comune e le specificità del territorio trentino.
Il segretario generale delle Filcams, Martini, ha rincarato la dose accusando il governo Monti mettere in atto questa macelleria sociale con la motivazione che “lo chiede l’Europa”. Ma ha proseguito Martini questo non è vero nel caso della liberalizzazione degli orari in quanto, in tutta Europa i negozi aprono dal lunedì al venerdì. Queste liberalizzazioni all’italiana peggiorano le condizioni di quanti lavorano nel settore, penalizzano le donne costringendole a scegliere fra lavoro e famiglia, causano aumento dei costi e quindi dei prezzi e non risolvono nessuno dei problemi del settore. Per rilanciare i consumi serve dare ossigeno ai salari attraverso il rinnovo dei contratti e la riduzione del carico fiscale sul salario e pensioni. Il contrario di quanto sta mettendo in atto il governo Monti.
Dai lavoratori presenti in piazza e venuta forte e chiara la richiesta di andare subito allo sciopero generale nazionale per contrastare le scelte del governo in materia di diritti, pensioni, welfare, privatizzazioni e liberalizzazione degli orari.
Ma la critica emersa dagli interventi di molti delegati e dallo stesso Roland Caramelle sono andate oltre la critica al governo nazionale ed hanno puntato il dito contro il lassismo di questa giunta provinciale la cui politica non si discosta molto da quella nazionale.
Infatti appare , mio avviso, sempre più difficile, anche per la Cgil trentina, nascondere il fatto che la Giunta Dellai si muove nel solco delle politiche tracciate dal governo Monti. Infatti Dellai, nel mentre continua la sua politica di finanziamento verso opere inutili come il TAV, l’inceneritore, le base militare di Mattarello, Metroland e ultimo in ordine di tempo l’aeroporto di Bolzano, i suoi assessori si apprestano (con la motivazione che sono diminuite le risorse) a tagliare i servizi, la scuola, la sanità, i trasporti, il welfare e riducono le tutele per i licenziati (vedi progettone), i disoccupati, gli invalidi ed i portatori di handicap.
Mercoledì la Fiom, venerdì La Filcams hanno chiamato i lavoratori alla lotta contro le scelte dei vari governi, nazionale e provinciale, che vogliono cancellare le conquiste sociali del secolo scorso nel nome di un modello sociale e produttivo destinato a portarci al disastro come in Grecia.
Mi chiedo quando, anche la Cgil Trentina prenderà coscienza di questa realtà e deciderà di contrastare queste logiche liberiste presenti anche nella nostra provincia.
Ezio Casagranda

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