Sanità: difendiamo la professionalità dei sanitari

Chiediamo a tutti di fare una breve riflessione su quanto pubblicato nella GAZZETTA UFFICIALE n. 49 del 27.02.2023 riguardante la conversione del decreto Milleproroghe che consente fino al 31 dicembre 2025 l’esercizio temporaneo dell’attività in deroga al riconoscimento delle qualifiche professionali nazionali nonostante il termine dello stato di emergenza.

Per effetto di questa norma i lavoratori con qualifica conseguita all’estero potranno richiedere un permesso di esercizio, corredato dal certificato di iscrizione all’albo del paese di provenienza e fino al 31 dicembre 2025 potranno esercitare nel territorio nazionale attività riguardanti le qualifiche professionali sanitarie e la qualifica di operatore socio-sanitario.

E’ sufficiente che gli interessati presentino apposita istanza alle Regioni o alle Province Autonome che hanno la competenza esclusiva sulla PROCEDURA AMMINISTRATIVA per il rilascio della deroga al riconoscimento e quindi:

  1. NON DOVRANNO SOSTENERE ALCUN ACCERTAMENTO DI CONOSCENZA DELLA LINGUA ITALIANA;
  2. NON DOVRANNO ISCRIVERSI AGLI ALBI TENUTI DAGLI ORDINI E QUINDI NON SARANNO TENUTI AL VERSAMENTO DELLA TASSA ANNUALE DI ISCRIZIONE;
  3. NON POTRANNO ESSERE SOTTOPOSTI A PROCEDIMENTO DISCIPLINARE DA PARTE DEGLI ORDINI TERRITORIALMENTE COMPETENTI.

Credo sia chiaro a tutti che, in nome della carenza di personale (a nostro avviso studiata e voluta dai vari governi) vogliono rendere i nostri titoli professionali carta straccia senza nessun valore sociale o economico.

Difendere la nostra professionalità non può essere trattato come scelta corporativa in quanto la nostra professionalità, esperienza e perizia servono a garantire un servizio sanitario più efficiente e più sicuro.

Mentre a noi vengono richiesti i crediti ECM pena la cancellazione dall’albo, nessun controllo viene effettuato sull’equipollenza dei titoli di studio per chi proviene da fuori Italia mettendo così in pericolo la sicurezza delle cure per i cittadini.

Siamo davanti ad una scelta discriminatoria che, oltre a fomentare odio razziale, punta ad un abbassamento delle nostre retribuzioni oltre che aumentare il ricatto sul posto di lavoro.

Gli ordini professionali, la Apss o le Apsp che sono stati così solerti nel sospendere i professionisti sanitari che non hanno adempiuto all’obbligo vaccinale NULLA hanno da dire per questo insulto alla professionalità di tutti i lavoratori dei servizi socio sanitari ?

Ancora una Volta questi signori dimostrano che tengono più ad essere ossequiosi verso il potere che fedeli al loro mandato di tutela della sanità e dl diritto alla salute.


Cub Trento – settore Sanità

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