Per il diritto allo studio e la scuola pubblica

In questa giornata internazionale del diritto allo studio anche gli studenti di Trento hanno fatto sentire la loro voce contro i tagli alla scuola ed all’università, contro i finanziamenti provinciali alla scuola privata, che sono i più alti in assoluto e contro ogni precarietà.
Musica e cartelli (book block) hanno aperto un corteo, colorato e pacifico che ha percorso le vie della città fermandosi davanti alla scuola privata per eccellenza di Trento (l’Arcivescovile) per urlare tutta la loro rabbia. (“niente soldi alle private, il vangelo ve lo pagate”) è stato lo slogan più gridato dagli studenti.
Molti interventi hanno anche denunciato un “pesante clima” quasi intimidatorio, che si respira all’interno del “Da Vinci” dove il preside ha sostanzialmente “vietato” lo svolgimento delle assemblee degli studenti, ad alcuni di essi sono stati chiesti i documenti solo per il fatto che volantinavano. Anche nel nostro Trentino la sospensione dei diritti democratici sembra stia facendo proseliti.
In corso Rosmini si sono aggiunti gli studenti universitari che alla protesta per i tagli all’università univano anche la protesta contro la provincializzazione dell’ateneo trentino.
Il corteo è poi proseguito fino davanti alla provincia di Trento per contestare le scelte, esclusivamente edili, del governatore Dellai in materia scolastica che in pratica significa tagli alla scuola e finanziamento per la costruzione del novo polo scolastico. Operazione che puzza enormemente di speculazione immobiliare.
Hanno denunciato il fatto che, mentre imperversa una crisi pesante che colpisce lavoratori e cittadini, giovani pensionati e precari, questa giunta, anziché stanziare risorse per la ricerca, per il welfare e per un reddito di cittadinanza sperpera centinaia di milioni di euro in opere inutili e ambientalmente devastanti come il tav, metroland o la base di Mattarello.
Il corteo si è poi diretto davanti al rettorato dell’ateneo provinciale. L’assemblea degli studenti ha anche espresso solidarietà ai lavoratori della Whirlpool colpiti da 70 licenziamenti, ai lavoratori precari che non hanno un futuro, ha denunciato la scelta della provincializzazione, il taglio delle risorse, le scelte di aziendalizzazioni che stanno avanzando anche all’interno dell’università trentina e si sono dati appuntamento alla prossima settimana per proseguire l’iniziativa di protesta.
Chi pensava che il mondo studentesco si fosse arenato dietro i colpi della crisi deve ricredersi. Anche a Trento, come nel resto d’Italia il mondo degli studenti ha voluto scendere in piazza per dire che “il debito deve essere pagato da chi l’ha creato e non dai lavoratori, dai giovani, dai pensionati, dai disoccupati e da quanti vivono del loro lavoro.
Quella odierna è stata, non nei numeri, ma nella sua qualità della protesta e della proposta, una manifestazione importante per-l’intera città in quanto ha voluto coinvolgere tutti i soggetti sociali( erano presenti partiti di sinistra e movimenti) mancava solo il sindacato. Dimenticanza o scelta di campo???

Ezio Casagranda

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