Le ragioni di una candidatura
Purtroppo la costruzione di una lista di sinistra in Trentino espressione di tutte le variegate opposizioni che, in vario modo e con le proprie specificità e sensibilità, si stanno opponendo alle politiche provinciali e nazionali ed in particolare ad un sistema di potere che va sotto il nome di dellaismo è fallita.
Un dato negativo che però non può essere assunto a scusante per non fare niente.
Le responsabilità di questo risultato sono chiare a ben riassunte nell’articolo pubblicato su questo Blog a cui rinvio la lettura.
La rottura a sinistra e il mancato coinvolgimento in modo attivo i movimenti è un dato negativo ma da vecchio combattente non ritengo giusto che questo dato sia assunto per gettare la spugna e delegare al PD o al PDL e ai loro satelliti (oggi sono organici alla borghesia) la rappresentanza del lavoro, dell’ambiente, la difesa dello Stato Sociale, dei diritti universali, della democrazia e del futuro dei nostri figli.
Un nostro ritiro avrebbe comportato il rischio che il mondo del lavoro e l’opposizione sociale non trovassero non solo rappresentanza ma nemmeno una voce critica rispetto alle sirene del liberismo temperato applicato in provincia.
Contrastare la precarietà sociale del lavoro e nel lavoro difendere l’ambiente, gli spazi sociali e di democrazia partecipata sono questioni fondamentali che non può essere delegata a chi da oltre 20 anni ci governa a Roma e in loco.
Per questo ho dato la mia disponibilità a candidarmi con Rifondazione per dare a quanti ritengono che la partita non sia ancora chiusa la reale possibilità di far pesare, anche a livello istituzionale, le lotte dando loro una rappresentanza che continui ad essere parte attiva dei movimenti.
Certo, la presenza di una rappresentanza in consiglio provinciale non risolve i gravi problemi che ogni giorno dobbiamo affrontare, dalla sanità alla scuola, dalla casa all’assenza di spazi culturali e di socialità, alla carenza di servizi, dal lavoro che manca alla riduzione del salario e dei diritti, a causa di una crisi che trova le sue cause nella nella rendita speculativa, nella cancellazione del valore sociale del lavoro e nelle politiche di austerità.
Comprendo che molti compagni nel tentativo di superare rassegnazione, sconfitte e sconforto pensino che si debba disertare il voto o che sia inutile impegnarsi per dare al dissenso sociale “voce e rappresentanza” istituzionale ritenendo che solo le lotte “dal basso” possano cambiare le politiche liberiste del governo nazionale e provinciale.
Io penso, come dimostra la mia storia, che rappresentanza politica e la lotta sociale dal basso non sono alternative ma possano, anzi debbano trovare una simbiosi positiva per utilizzare al meglio le opportunità che provengono dalle mobilitazioni di base ma anche dall’avere rappresentanza politica.
Il 27 ottobre abbiamo un importante occasione per cambiare, superare i “mugugni”, le piccole “differenze” che spesso sono causa delle sconfitte per avviare un percorso di cambiamento e fermare la politiche che stanno distruggendo lavoro, ambiente e speranze.
La responsabilità è di ognuno di noi.
Ezio Casagranda
“Certo, la presenza di una rappresentanza in consiglio provinciale non risolve i gravi problemi che ogni giorno dobbiamo affrontare, dalla sanità alla scuola, dalla casa all’assenza di spazi culturali e di socialità, alla carenza di servizi, dal lavoro che manca alla riduzione del salario e dei diritti, a causa di una crisi che trova le sue cause nella nella rendita speculativa, nella cancellazione del valore sociale del lavoro e nelle politiche di austerità”
Ben detto caro EZIO ed è per questo che non ha senso sprecare il tuo tempo prezioso per passarlo in un palazzo che non solo non ti scolterà ma farà di tutto per rebderti invisibile o ridicolo. alA LOTTA SI FA FUOR DAI PALAZZI FINO A CHE SONO RIEMPITIDA PERDITEMPO O FALSI DEMOCRATICI.
p.s. ti scrivo da Trani in una pausa del mio viaggio al sud in ricordo di Mauro Rostagno a 25 anni dal suo assassinio. antonio