Confindustria:cambia cavallo e trucca la corsa.

Confindustria rilancia e usa la crisi per proporre, al governo attuale ed a quello che verrà, i compitini per salvare i profitti delle imprese e delle banche attraverso una riforma fiscale che dimentica la lotta all’evasione, il rilancio della grandi opere, una politica di privatizzazione dei servizi sociali, liberalizzazioni e innalzamento delle pensioni cancellando le pensioni di anzianità.
Marcegaglia si fa paladina delle indicazioni della BCE e rilancia su fronte interno rivendicando taglio dei diritti e privatizzazione dello stato sociale senza dimenticare di ribadire che l’articolo 8 e pienamente compatibile con l’accordo del 28 giugno 2011.
Un progetto politico e sociale pericoloso che deve essere fortemente contrastato ad ogni livello.
Fisco: la proposta è quella di ridurre il costo del lavoro agendo esclusivamente sulla leva fiscale e quindi scaricando i costi sulla collettività. Nessuna proposta per contrastare l’evasione contributiva e fiscale che sono una delle principali cause del deficit;
Privatizzazione dei servizi: Il 12 e 13 giugno scorso 27 milioni di italiani hanno detto NO alla privatizzazione dei beni comuni e dei servizi erogati dalle amministrazioni pubbliche;
Liberalizzazioni: la proposta della Confindustria non è finalizzata al superamento della burocrazia ma solamente a togliere ogni vincolo, anche quelli Costituzionali come gli articoli 41 e 81, per garantire all’impresa piena libertà di azione e pieno dominio sul lavoro. Una sorta di extraterritorialità rispetto alle leggi italiane. Un passo importante in questa direzione è contenuto nell’accordo del 28 giugno 2011 la dove si prevede la derogabilità delle leggi e dei contratti;
Innalzamento dall’età pensionabile: la proposta di Confindustria ripropone lo scontro fra giovani ed anziani, fra padri e figli, con il solo scopo di fare cassa senza risolvere nessuno dei problemi che oggi affliggono il mondo giovanile a partire dalla precarietà a vita a cui sono condannati da questo sistema liberista.
Ma la storia attuale ci dice che le strade indicate dalla BCE e da Confindustria non solo non risolvono i problemi strutturali del debito, ma sono causa di un loro peggioramento.
Queste proposte servono solo a dare sicurezza e garanzia al sistema bancario ed alla speculazione internazionale la quale (in nome del mercato, sic!!) deve vedere garantiti i rendimenti (da strozzinaggio) dei loro “investimenti” che sarebbe meglio chiamare con il loro vero nome: USURA.
Questa non è ideologia ne propaganda. La tragedia greca ne è l’esempio lampante. Questo paese che ha, nonostante le grandi lotte sociali, scioperi, contestazioni, operato applicando pedissequamente le imposizioni della BCE si trova sull’orlo del tracollo sociale, produttivo ed economico. Un paese ormai destinato al fallimento.
Per questo è necessario costruire una vera alternativa ai governi liberisti, di destra e di sinistra, che finora si sono succeduti in Italia e in Europa. Governi che su indicazione della BCE hanno messo in mora la stessa democrazia sia nella società che sui luoghi di lavoro.
Vanno individuate e praticate soluzioni e scelte che evitino la strada greca, a partire dal non pagamento del debito, fino alla nazionalizzazione della banche. Taglio drastico delle spese militari e per le grandi opere, cancellazione articolo 8 (libertà di licenziare) e dell’articolo 4 (beni comuni) contenuti della manovra finanziaria di settembre sono scelte ormai non più rinviabili.
Costruire attraverso la democrazia partecipata un un nuovo modello di sviluppo sociale ed economico rilanciando il sistema del welfare, del reddito di cittadinanza e per una economia che punti sulle energie rinnovabili e quindi ecologicamente sostenibile.

Ezio Casagranda

4 ottobre 2011

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Un commento

  • luciano

    Secondo me il problema è come far pervenire alla grande quantita di persone,in carne ed ossa,che stanno subendo questa situazione le vere motivazioni di tutto cio che accade,per esempio cos’è la crisi finanziaria e quali demagogie stanno dietro alla versione fatalistica dei perchè della crisi.NON E’ COSI’!!!La crisi è ben altro di quello che ci stanno dicendo da destra e da sinistra!!!Questa oltre ad avere le caratteristiche classiche di una crisi capitalistica di “periodo”,e cioè di sovvraproduzione e di sottoconsumo,è anche arrivata in un momento di grandi contraddizioni scoppiate fra poteri forti che propongono “CURE” diverse per “risanare se stessa”,come “La tempesta perfetta” tutto cio’ si è abbattuto sulle fasce piu’ deboli e ricattabili della societa,ma non avendone ancora abbastanza continuano nell’opera di smantellamento di tutte quelle forze,di quelle realta che ancora credono che sovvertendo la scrittura di questa crisi e dando un interpretazione CORRETTA degli avvenimenti si possa uscirne piu’ uniti e piu’ forti e magari anche vincitori!!!HLVS!!!

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