Una pericolosa china per la democrazia
Il susseguirsi delle notizie che hanno accompagnato le dimissioni di Berlusconi e l’evolversi della crisi politica mi danno l’impressione che l’Italia stia scivolando verso una china pericolosa per la democrazia e per la stessa Costituzione.
In Italia come come in Grecia la democrazia intesa come “diritto del popolo a decidere e partecipare alle vita politica dello Stato” è sottoposta ad un pesante attacco da parte dei poteri finanziari e speculativi.
In questi mesi i poteri forti (speculatori, multinazionali e banche) hanno imposto un salto di qualità all’agenda politica Europea spodestando Berlusconi e Papandueu dai loro incarichi per sostituirli con personaggi, come Monti e Papademos, con il compito di garantire direttamente dal ponte di comando, senza intermediazione della politica, gli interessi della grande finanza speculativa.
Questi finanzieri, come dei veri e propri pescecani, hanno deciso di scendere direttamente in politica per perseguire la costruzione di un nuovo ordine mondiale dove la democrazia sarà sostituita in toto dalle indicazioni fornite dai nuovi santuari nominati dal potere finanziario mondiale che non accettano la mediazione della “polis”
In questo contesto generale, purtroppo, si collocano le pressioni di Napolitano per far approvare immediatamente e senza discussione in parlamento il maxiemendamento “lacrime sangue” voluto dall’Europa e la preannunciata investitura di Mario Monti alla guida di un governo capace di applicare le ricette BCE ed i 39 punti imposti dalla Commissione Europea.
Queste scelte sono la dimostrazione che ormai l’Italia è sempre più ostaggio dei poteri finanziari, notoriamente allergici alla democrazia, e quindi anche le riforme strutturali devono essere approvate in fratta e senza proteste nelle piazze.
Quei poteri che ormai non fidandosi della politica ritenuta non in grado di affrontare queste scelte impopolari hanno scelto la gestione diretta del potere delegando un loro vassallo. Mi sembra un vero ritorno a un “moderno” medioevo politico e sociale.
La democrazia in Italia è sempre più ridotta a forma residuale della politica. Chi comanda in Europa ci impongono “direttamente”, attraverso il governo MONTI, le loro “riforme strutturali”. Riforme che non a caso non toccano né i patrimoni, né le banche, né le rendite finanziarie, ma in compenso colpiscono cittadini e lavoratori attraverso la riduzione dei diritti sociali e nel lavoro, i licenziamenti facili nell’industria e nel pubblico impiego, nuova precarietà, taglio dei salari, delle pensioni, del welfare, dei beni comuni costruiti in cento anni di lotte sociali, sindacali e politiche di intere generazioni.
Giustamente nella trasmissione di Santoro si sosteneva che le scelte della BCE non sono state votate dai cittadini italiani e quindi quello che accade non può essere considerato una scelta democratica. Infatti ci viene tolto il diritto di intervenire su scelte che sono state assunte a porte chiuse, da una ristretta cerchia di funzionari, senza nessun mandato democratico, ma con il solo compito di tutelare interessi delle élite finanziarie e speculative a livello mondiale.
Penso che solo la nostra capacità di mobilitazione, di controinformazione e di lotta potrà impedire a questo governo ed al futuro governo Monti di cancellare, uno alla volta, tutti i diritti del welfare grazie ai quali l’Italia ha costruito il suo benessere, il suo progresso civile e democratico.
Ezio Casagranda
Nello scenario politico tradizionale ed attuale, non vedo alcuna alternativa: a quando uno sciopero unitario, generale, serio e ad oltranza? Tanto nel baratro le classi più deboli ci sono da tempo. Non credo ad insurrezioni o rivoluzioni, per lo meno come s’intende nell’accezzione comune, ma indubbiamente un segnale forte (anche al pidimenoelle), una “raccolta differenziata” della casta che la collochi nella sua “giusta posizione” ed un’assunzione di responsabilità da parte di forze nuove, penso sia auspicabile.