Casta e politica dei sacrifici.

I privilegi della Casta e la politica dei sacrifici.
Privatizzazioni, liberalizzazioni, svendita del patrimonio statale, tagli alle pensioni, agli assegni di maternità, ai sostegni alle famiglie, riduzione delle detrazioni e deduzioni sono queste le principali misure che saranno proposte, nei prossimi giorni e su dettatura della BCE, dal governo italiano.
Una macelleria sociale che, colpendo perfino i disabili, punta a smantellare ogni forma di Stato sociale lasciando inalterate le sacche di privilegio, le rendite finanziarie e speculative e le caste dei potenti: Politici, evasori, magnati della finanza, banchieri e manager che continuano a ricevere retribuzioni milionarie, benefit e stock option non soggette al pagamento dell’IRPEF.
Nemmeno una parola sugli evasori fiscali che sottraggono ogni anno oltre 240 miliardi di reddito all’erario, nessun taglio ai costi della politica e quindi ancora una volta la Casta non molla un euro ma toglie ai poveri per mantenere i loro privilegi e i poteri forti che sono i loro sponsor per le prossime elezioni.
Quanto ci costano ogni anno l’evasione fiscale, il lavoro nero, gli abusi edilizi, la corruzione, la grande criminalità, il riciclaggio e gli altri reati finanziari?
Quanti tagli alla sanità, all’istruzione, alle pensioni potremmo evitare se si recuperassero queste risorse rubate allo Stato?
Se i sacrifici sono necessari questi non possono pesare sui redditi da lavoro dipendente che ricordiamo da anni vengono taglieggiati dall’aumento dei prezzi, dai tagli decennali ai servizi sociali, dalla salute alla scuola, e la sostanziale cancellazione di fatto di una pensione decente dopo 40 anni di lavoro.
Per questo, ritengo che la lotta ai privilegi della politica, ai vitalizi passati, presenti e futuri di cui godono, senza vergogna, esponenti della politica locale e nazionale, i quali arringano alla ineluttabilità dei sacrifici della povera gente per il bene dell’economia, non può limitarsi alla richiesta simbolica ma debba fondarsi su una proposta di riforma complessiva dei “costi della politica”.
A quanti ogni mese sono costretti a fare i conti con l’aumento dei prezzi alimentari (+18%), delle tariffe, dei servizi o comunque ad effettuare nuove rinunce per sbarcare il lunario, chiedono risposte precise e non evanescenti o dilatorie su quanto incidono i privilegi, gli sprechi, le consulenze milionarie sui costi della politica anche nel nostro sistema Trentino.
Dellai, non può cavarsela con un taglio, peraltro indefinito, del 10 % ma, se veramente vuole dare un segnale forte, capace anche di rilanciare ruolo e credibilità della nostra autonomia, deve proporre una riforma che vada ad incidere sui “centri di costo “.
Da una parte mi riferisco ai costi delle Comunità di valle e della Regione che dovrebbero essere abolite. Mi riferisco al superamento del frazionismo dei comuni, della riduzione dei CDA nelle partecipate pubbliche, introduzione dell’incompatibilità fra incarico di consigliere e/o assessore con altra attività diretta o indiretta, definire la retribuzione dei consiglieri legata al reddito mediano della provincia con relativo versamento dei contributi INPS e conseguente trattamento pensionistico.
Dall’altra parte la questione dei manager di nomina pubblica, spesso chiamati a più incarichi, i quali godono di retribuzioni dorate anche quando sono responsabili scelte di mercato a dir poco discutibili.
Solo così sarà possibile riavviare quel dialogo fra istituzioni e cittadini che sappia andare oltre la giusta protesta e condanna di una situazione di privilegio divenuta ormai inaccettabile sia dal punto di vista etico, morale e sociale.
Con queste motivazioni intendo aderire alla campagna del Vostro giornale nella speranza che la discussione sui privilegi della Casta politica e delle caste finanziarie non sia utilizzata a nascondere la macelleria sociale messa in campo dal governo e faccia emergere una nuova coscienza sociale ed un nuovo protagonismo dei cittadini a non delegare ad altri il proprio destino.
I risultati dei referendum di giugno ci dicono che questo è possibile.
Ezio Casagranda

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