Superare il sistema capitalista
L’intervento del segretario organizzativo della Cgil del Trentino sulla crisi economica non si differenzia sostanzialmente dagli altri pubblicati sul giornale. Affrontare il problema del debito pubblico e del calo della produzione del paese rimanendo sempre nell’alveo della presunta compatibilità di interessi tra capitale e lavoro evita accuratamente di affrontare il problema principale e le soluzioni da proporre: chi detiene la ricchezza prodotta e come questa viene distribuita.
E’ fuorviante e deleterio appellarsi alla coscienza e al buon senso di chi finora ha sfruttato ogni goccia del sudore e del sangue dei lavoratori pensando e/o facendo credere agli sfruttati che progressivamente gli sfruttatori capiscano di avere sbagliato ma bisogna rivolgersi direttamente alle masse proponendo con forza che le principali leve dell’economia – dal sistema bancario a quello della grande industria, dal sistema del commercio a quello e i trasporti – vengano espropriate da parte dello stato e controllate direttamente dagli organi consiliari dei lavoratori.
E’ ovvio che quando si parla di stato non si può pensare agli attuali attori ma ad una dirigenza che sia diretta espressione degli interessi della classe che rappresenta e che sia controllata dal basso da parte dei cittadini attraverso un mandato revocabile in qualsiasi momento.
Sono quindi gli sfruttati come classe a dover prendere per mano il proprio destino e controllando l’economia attraverso i loro organi consiliari riusciranno ad amministrare anche politicamente la società, evitando che gli sfruttatori continuino a pensare per loro.
Solo una produzione e distribuzione coscienti e responsabili di beni e servizi garantiscono la piena occupazione, l’aumento della produzione e permettono alla società di svincolarsi dai tentacoli del sistema capitalista di produzione e finanziario, che ha alimentato il debito pubblico e che ora sta convogliando tutta la moneta per salvare il proprio tesoriere, le banche italiane e straniere.
L’aumento dello spread è un tipico esempio di drenaggio della ricchezza ma non è con il lamento o con il compromesso che si risolve il problema: o si abbatte il sistema capitalista o questo continuerà sempre di più a sfruttare gli sfruttati.
Il debito pubblico per l’85% è detenuto dai grandi investitori: perché mai dovrebbero essere i lavoratori, i disoccupati, i pensionati a pagare un debito che non hanno causato attraverso l’impoverimento dei salari e la cancellazione dello stato sociale?
Siamo favorevoli a indennizzare i piccoli risparmiatori ma non i grandi investitori.
Siamo consapevoli che le nostre proposte non possono avere respiro esclusivamente nazionale ma internazionale e che quindi per poter vincere e consolidarsi devono avere il sostegno degli sfruttati degli altri paesi.
Non esistono transizioni indolori perché chi finora ha comandato non lascerà il potere senza lottare ed i dirigenti dei sindacati che fanno finta di non saperlo auspicando compromessi fanno solo comodo agli sfruttatori, i quali faranno di tutto per mantenerli in sella alle organizzazioni dei lavoratori.
Mirko Sighel – Segr. PRC Rovereto