La previdenza complementare non sfonda
La Giornata Nazionale della Previdenza nel 2017 non si fa.
Basterebbe questo dato per dire che i lavoratori italiani vogliono non sono – per fortuna – molto avvezzi a giocarsi la loro pensione in borsa e che richiedono una previdenza pubblica dignitosa che garantisca loro una vecchiaia tranquilla.
Per sei anni consecutivi la Giornata Nazionale della Previdenza è stata la manifestazione che ha portato in piazza, prima a Milano e nelle ultime due edizioni a Napoli, compagnie assicurative e istituti bancari per promuovere la previdenza complementare soprattutto tra i giovani. Fianco a fianco, enti pubblici come l’INPS e enti di profitto privato hanno tentato in tutti i modi di convincere i lavoratori ad aderire ai Fondi pensione.
Negli ultimi due anni la USB ha organizzato forti proteste in occasione della GNP, del Festival dell’economia a Trento ed in altre occasione per contrastare la previdenza privata e sostenere la previdenza sociale pubblica, evidenziando la contraddittoria presenza dell’INPS all’interno di una manifestazione dichiaratamente a favore delle forme di previdenza privata.
Nel 2017 i promotori della Giornata Nazionale della Previdenza hanno annunciato che la manifestazione si prende una pausa, ufficialmente per riordinare le idee, ma è probabile che abbiano da riflettere sullo scarso effetto che iniziative del genere producono sulla scelta di aderire ai Fondi pensione. La maggior parte dei lavoratori non vuole affidare il proprio TFR alla speculazione, preferendo una rivalutazione certa anche se contenuta.
Il futuro non è nella previdenza privata ma nella rivalutazione della previdenza sociale pubblica. Questo non solo perché è la Costituzione a stabilirlo, ma perché è necessario assicurare una vecchiaia dignitosa a tutti, evitando di avvantaggiare sempre e solo chi ha già i mezzi economici per pagarsi la pensione, la sanità o la scuola private.
L’INPS, il più grande ente previdenziale pubblico d’Europa affidato a Tito BOERI, non a caso anche direttore scientifico del festival trentino, si sta trasformando in una succursale delle pensioni privati, in palese conflitto d’interessi.
Nulla fa per contrastare la diffusione del lavoro “nero” e “sommerso” tanto che gli uffici ispettivi, anche a seguito dell’unificazione della vigilanza, viaggiano a ranghi ridotti e spesso si trovano marginalizzati nel loro operare.
USB proseguirà le proprie battaglie per riconquistare il Welfare che è stato sottratto dalle politiche antisociali intensificate nell’ultimo decennio con l’esplosione della crisi economica.
USB Inps – Trentino