Acampada: Una giornata di lotta sociale

mutandeMartedì 8 aprile 2014 è stata lanciata da ASC, Centro Sociale Bruno, SBM e USB Trentino, un’acampada sotto il palazzo della regione per continuare la campagna #trentoinpiena contro vitalizi e privilegi.
L’acampada è stata preceduta da un’assemblea pubblica alla quale hanno partecipato circa ottanta persone. Si è discusso della crisi sociale, del lavoro che manca, della disoccupazione giovanile, dell’aumento dello sfruttamento, della precarietà dilagante dei temi della casa e del reddito e di come diventa ormai indispensabile una diversa politica economica da parte della provincia per rispandere ai drammi della crisi.
Si è parlato dell’assenza delle forze sociali, a partire dai tre sindacati confederali che ormai sono ritenuti funzionanti e “garanti” della pace sociale alla “governance” provinciale, l’assenza dei partiti della sinistra e del m5s che seppur critici ed di opposizione sembrano troppo assorti nelle logiche politiche del palazzo e del vecchio modo di fare politica.
Una situazione che rafforza la convinzione che diventa sempre più impellente un cambio di marcia e la necessità di introdurre nel nostro ordinamento forme di democrazia partecipata e diretta per dare voce ai movimenti di cittadini che reclamano una svolta radicale nella politica e nell’economia. La convinzione che crisi non la devono pagare le fasce più deboli della società è stato e continua ad essere il collante che unifica la lotta dei vitalizi con le lotte sociali per la casa, per il reddito e per un lavoro dignitoso.
All’interno dell’assemblea è stata sonoramente bocciata la proposta della giunta provinciale sulòla “rifoma dei vitalizi” e rilanciata la manifestazione di Roma di sabato 12 aprile dentro un percorso di altre iniziative di #trentoinpiena per per i prossimi gironi.
L’acampada, che è stata un momento di socialità, di informazione e condivisione, si è conclusa la mattina di mercoledì quando gli attivisti hanno chiuso simbolicamente l’ingresso del palazzo della regione con del nastro da cantiere, appendendoci sopra banconote (finte) e mutande, simbolo della protesta contro i vitalizi. Ai consiglieri che entravano, è stato chiesto di firmare un atto di rinuncia ai privilegi con il quale si impegnavano a restituire il denaro ottenuto e ad indire un referendum confermativo in merito alle leggi riguardanti i costi della politica.
Solo due consiglieri hanno firmato, Bezzi di FI e Degasperi del M5S, Rossi ha dichiarato che “farò una buone legge” e alcuni consiglieri si sono limitati a dire che “non ho vitalizi” mentre ,a ulteriore dimostrazione della loro arroganza, la maggioranza di questi sono entrati dalla porta di servizio per evitare di confrontarsi la “realtà” rappresentata dai cittadini indignati.
La protesta si è poi spostata sotto la sede degli uffici dell’I.T.E.A. dove si è svolto un presidio, richiedendo il blocco immediato degli sfratti e dell’aumento dell’affitto. Il presidio ha portato all’ottenimento di un incontro con i vertici dell’I.T.E.A. nel quale gli attivisti porteranno le loro proposte riguardanti gli appartamenti sfitti e gli aumenti di affitto e sfratti.
Prima dell’incontro ci sarà infatti un’assemblea con un gruppo inquilini I.T.E.A. di Rovereto.
La redazione

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Un commento

  • Ezio

    Basta vitalizi: Abbiamo chiesto che la nuova legge sia sottoposta a referendum confermativo. Solo così si potrà recuperare la frattura fra istituzioni e cittadini provocata dalla porcata delle legge 6/2012 sui vitalizi d’oro. Questa sarebbe anche un atto forte di democrazia.
    Rossi avrà il coraggio di fare una riforma radicale e farla approvare dai cittadini?? Questa è la vera sfida autonomista.

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