Cittadini, non sudditi

Mentre il parlamento (prima convocazione il prossimo 15 marzo) di prepara, in una situazione da alchimia politica, a dare vita ad un governo fra veti incrociati e suggestioni per nuove elezioni i dati pubblicati in questi giorni ci ricordano che in Italia cresce ancora la disoccupazione, il salario crolla ai minimi storici, ai giovani ai laureati viene offerta una prospettiva fatta di lavoro nero, precario e senza diritti. Questo precipitare della situazione dovuto alla e ad una imprenditoria intenzionati a portare indietro le lancette del tempo in termini di retribuzioni, diritti e condizioni di lavoro.
Ma non solo, il 65% degli italiani vede peggiorare la sua situazione rispetto all’anno precedente e le famiglie sotto la soglia di povertà crescono in modo esponenziale e nel corso degli ultimi 6 mesi del 2012 la disoccupazione è cresciuta di 650,000 unità portando il tasso sopra il 12% superando la soglia dei 3 milioni in cerca di lavoro ai quali vanno aggiunti oltre 800.000 lavoratori in cassa integrazione con poche prospettive di rientro al lavoro.
Mentre a Roma si continua con il gioco del cerino, sulla pelle di milioni di cittadini, in Trentino le forze politiche si preparano all’appuntamento delle provinciali previste per il prossimo 27 ottobre.
Fra le tante notizie sono stato colpito dalla cronaca giornalistica dell’assemblea di “Progetto Trentino” di Grisenti che ha lanciato il suo programma con la parola d’ordine “.. i trentini devono tornare ad essere cittadini, non sudditi.”
Ora, mi vengono spontanee tre considerazioni:
La prima: Mi sembra che il signor Grisenti sia stato in questi ultimi anni l’artefice principale se non il pilastro portante di quel sistema di potere che ha reso i cittadini trentini dei sudditi costretti a ricorrere i vari vassalli per avere qualche prebenda da parte della PAT.
La seconda: il signor Grisenti, se non sbaglio, ha una condanna definitiva per truffa aggravata e quindi se oggi può presentarsi per governate la provincia significa che la coscienza e l’etica morale dei trentini sono veramente ridotte al lumicino se non spente a causa dell’assenza di ossigeno dovuto alla cappa di quel potere, che molti, ritengono ancora ben saldo nelle mani del signor Grisenti.
La terza: Trovo alquanto strano che questa “rientrata” in campo sia vista anche dalla “stampa indipendente”, come una cosa normale senza porsi nessun problema etico o morale. Nessuna campagna scandalistica, riservata ad altri politici, viene minimamente presa in considerazione dimostrano come l’alterazione della coscienza civile ed il tarlo della corruzione morale abbiano lavorato a fondo in questo ventennio di gestione personale del potere a Trento come a Roma.
Grande è la responsabilità di Dellai, dell’UPT e del PD, per aver organizzato, sostenuto e gestito questo sistema di dominio e quindi per le prossime votazioni provinciali il rischio che il voto sia fra protesta distruttiva e voto clientelare è non solo provabile ma a rischio elevato.
Evitare questa deriva è compito prima di tutto di quanti ritengono ancora possibile una politica onesta, pulita e fondata sulla partecipazione democratica dei cittadini ma anche dei mass media il cui ruolo di formazione delle coscienze non è secondario.
Essere cittadini e non sudditi significa non delegare ad altri il proprio futuro, ma prendere coscienza dei propri diritti e lottare per difenderli, rivendicarli ed allargarli a tutta la popolazione. L’esatto contrario di quanto propone chi ha gestito, ieri e oggi, il potere in provincia.
Si inizia ad essere sudditi quando si deve chiedere per favore una cosa che ti aspetta per diritto

Ezio Casagranda

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