Sudafrica: un massacro..

Sudafrica, massacro dopo lo sciopero oltre 30 i minatori uccisi dalla polizia

MARIKANA – E’ stato un eccidio, documentato dalle telecamere: e sono scene che il Sudafrica non potrà dimenticare presto. La polizia ha aperto il fuoco a Marikana, nel Nord-ovest del Sudafrica, su migliaia di minatori in sciopero, uccidendo almeno 18 persone. Alcuni manifestanti erano armati di machete. Nei giorni scorsi nove persone, tra cui due poliziotti, sono morte in scontri tra operai e forze dell’ordine. I disordini erano iniziati venerdì, quando i lavoratori avevano incrociato le braccia nell’ambito di una disputa sui salari. Lo sciopero è poi degenerato in un conflitto aperto tra i membri dei due sindacati che si fanno concorrenza. Marikana si trova a circa 70 chilometri a nordovest di Johannesburg.
Un cameraman ha detto di aver visto almeno sette cadaveri dopo la sparatoria, che è stata innescata dall’assalto dei minatori, scesi da una formazione rocciosa accanto alla miniera di Marikana, contro i poliziotti, che stavano ergendo delle barriere con il filo spinato. La polizia era già intervenuta con proiettili di gomma e lacrimogeni contro le migliaia di minatori in protesta, molti dei quali armati di bastoni e machete. La miniera Marikana della Lonmin, terzo produttore mondiale di platino, minaccia il licenziamento di tremila lavoratori. La condizione è interrompere lo sciopero. Il sindacato Amcu chiede per i minatori il triplo rispetto al salario attuale, che pari a circa 400 euro al mese.
Stamattina la società aveva fatto sapere in una nota: i minatori che non si presenteranno domani al lavoro saranno licenziati. “I dipendenti in sciopero – si legge nel comunicato – sono armati e non lavorano. È illegale”. Intanto, agenti di polizia hanno detto che dopo la rottura delle trattative con l’Amcu non resta altra opzione che l’uso della forza. Un leader del’Amcu al megafono ha urlato: “Non ci muoviamo. Se necessario, siamo pronti a morire!”. I produttori di platino lamentano che il calo del prezzo del prezioso metallo – di cui il Sudafrica ospita l’80% delle riserve mondiali – e la crescita del costo del lavoro li stanno portando al fallimento.
Fonte La Repubblica.it

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