Vergognoso l’aumento dei ticket
Questa giunta provinciale non si discosta dalle logiche nazionali del governo Renzi e procede nelle politiche della spending review con tagli lineari e con l’aumento dei ticket sanitari e del costo delle ricette mediche.
Dal 1 gennaio saranno aumentati i ticket sulle visite specialistiche (10 euro) per chi ha un reddito superiore a 30 mila euro (personale o familiare? Non è dato a sapere) e 1 euro a ricetta medica sui farmaci. In tutto si pensa di racimolare 3,6 milioni di euro annui dalle tasche dei cittadini.
La metà di quanto a fine settembre questa giunta ha stanziato per il TAV del Brennero.
A giustificazione di questo ennesimo balzello sulla sanità la giunta tira in ballo che il ticket di 10 euro era previsto dal governo nella manovra del 2011 e che si continuerà con le proposte di razionalizzazione e riorganizzazione dei servizi ospedalieri (Borgonovo Re) che tradotto dal politichese significa tagli ai diritti dei lavoratori e riduzione dei salari e dell’occupazione come avvenuto con il personale addetto alle pulizie negli ospedali trentini, mentre nulla si fa per fermare i veri sprechi dovuti al perseverare di una sanità in mano alle baronie.
Una giunta che con il nuovo ospedale di Trento (NOT) era pronta a dare in mano ai privati per 25 anni la sanità trentina e che per fortuna è stata, per ora, stoppata dal consiglio di Stato ma che questa giunta, anziché dimettersi per la vergogna, intende rilanciare senza un minimo coinvolgimento della popolazione trentina sulla come dobrebbe essere la sanità trentina nel nostro futuro.
Purtroppo ancora una volta i nostri governanti calpestando l’autonomia, si adeguano alle politiche (assunte a giustificazione) delle altre regioni scaricando i costi della privatizzazione della sanità sui cittadini.
Una logica perversa che paragona il diritto alla salute, e quindi la necessità dei medicinali per guarire la malattia, ad una spesa superflua al pari all’acquisto di un ipod.
Vergogna, vergogna, e ancora vergogna per una giunta provinciale che non solo è sempre pronta a sostenere la speculazione immobiliare (vedi biblioteca alle Albere, le svendite del patrimonio provinciale, la privatizzazione dell’Itea, ecc), a finanziare la scuola privata e che sui temi dei diritti sociali, dei beni comuni e del welfare applica le stesse politiche della destra politica e delle regioni a trazione leghista.
Per questo come sindacati di base non siamo più disposti ad accettare questa logica dell’austerità a senso unico e classista che punta alla privatizzazione dello stato sociale e della gestione dei servizi pubblici, come i trasporti o come il servizio idrico lasciato in mano alle Spa.
Siamo stanchi di una giunta provinciale capace solo di assecondare le spinte più retrive del padronato locale nella distruzione dei diritti sul lavoro, incapace di usare le risorse dell’autonomia per radicare l’industria sul territorio, per rilanciare su basi nuove il settore del turismo, per introdurre un reddito di cittadinanza per i giovani in sostituzione delle politiche previste dai progetti Garanzia Giovani (o Youth Guarantee), che altro non è che un ulteriore incentivo alle aziende per precarizzare ulteriormente i giovani attraverso contratti a termine ed a progetto.
Una giunta che non vuole sperimentare una politica di ripubblicizzazione dell’acqua nel rispetto del referendum 2011 ma una provincia pronta a finanziare una base militare, il TAV ed altre opere mastodontiche che servono solo ai poteri forti mentre distruggono ambiente e lavoro.
Per questo il 14 novemnbre nell’ambito dello sciopero sociale a quale USB e SBM hanno aderito saranno messe in atto azioni di denuncia di questa vergogna che si chiama ticket sanitario.
USB – SBM Trentino