Poletti vuole introdurre il lavoro a cottimo

polettiI disastri provocati dalle politiche di riduzione del danno nei confronti del job act praticato dalle confederazioni sono sotto gli occhi di tutti:
Hanno permesso a Confindustria di rivendicare una centralità politica dell’impresa e alimentato dentro il governo Renzi le spinte reazionarie e di rivalso contro i diritti sociali e del lavoro.
Le dichiarazioni di Poletti, prima sull’inutilità di avere lauree con voti alti, dato che poi sei costretto a lavori precari, sottopagati e di semplice manualità e poi sul superamento della paga oraria per legare il salario ai risultati ottenuti sono coerenti con le politiche dei tagli alla scuola e con un mercato del lavoro fondato su precariato e disoccupazione di massa.
Deve essere il padrone che decide in modo unilaterale la durata della prestazione (quanto lavorare) e il valore del tuo lavoro (cottimo) senza più diritti e tutele per chi lavora.
Basta con le rivendicazioni riguardanti l’orario, la sua distribuzione e durata, sul fatto di avere una retribuzione adeguata alla tua professionalità o al titolo di studio.
Quello che ha in mente il ministro Poletti è un regime a cottimo puro dove il lavoratore è pagato tanto al pezzo e se non accetta può sempre andarsene.
Purtroppo Poletti non inventa nulla di nuovo, questo regime esisteva negli anno 30 durante la crisi americana poi superata dalle politiche del New Deal keynesiano di Roosevelt si rivolse anche contro questo sistema di sfruttamento, che oggi non a caso viene invece riproposto nell’Europa in cui, con l’austerità, trionfa il liberismo e si distruggono lo stato sociale e i diritti del lavoro.
Il nostro ministro, che ricordiamo era presidente del mondo cooperativo, dimentica che i lavoratori hanno speso oltre 150 anni di lotta, migliaia di lavoratori sono morti per avere un orario definito (40 ore) per la propria prestazione e ridotto a dimensioni umane e legato ad una retribuzione dignitosa.
Ma il nuovo pasdaran delle politiche della troika, servo della globalizzazione finanziaria e delle politiche di austerità non si arrende, non si ferma al job act vuole essere ricordato come il ministro che è riuscito a distruggere le secolari conquiste del mondo del lavoro.
Queste dichiarazioni (che minano alle fondamenta i principi costituzionali) non possono essere sottovalutate in quanto rappresentano questo governo che con le sue politiche vuole distruggere i diritti per sostituirli con la politica caritatevoli dei bonus.
Per fermare questa deriva reazionaria non sono sufficienti le dichiarazioni di contrarietà o le manifestazioni shopping del sabato ma la costruzione di un forte movimento di lotta che sappia andare oltre il solo lavoro dipendete per coinvolgere. I pensionati, i disoccupati e tutti quei movimenti che si oppongono alle politiche di austerità imposto dalla globalizzazione e dall’Europa.
Renzi e Poletti intendono distruggere il welfare e lo stato sociale così come l’Italia, uscita dal secondo dopoguerra, li aveva costruiti, conquistandoli con le lotte, per la democrazia ed i diritti universali: al lavoro, all’istruzione, alla pensione, alle cure sanitarie per tutti.
Valori che vanno difese con la lotta ma anche con la richiesta di dimissioni del ministro Ploetti per il semplice fatto che le sue dichiarazioni sono in netto contrasto con i principi fondamentali della nostra Costituzione. Per questo chiedo al Presidente della Repubblica, Mattarella di battere un colpo. Il suo silenzio non solo è complice ma aiuta i fautori della distruzione della Costituzione che lui si è impegnato a difendere. 

Ezio Casagranda

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Un commento

  • Ezio

    Vi sembra strano che ieri a rainews24 il segretario naizonale della Fim cisl abbia sostenuto che per alcune fasce di lavoratori metalmeccanici si può intrurre il cottimo superando il pagamento ad ora??
    Se vi sembra strano non conoscete il servilismo politico di questa organizzazione verso governo e padroni.

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