Evasione, controlli ed elezioni

Giustamente il compagno Maurizio ci sollecita a prendere posizione nei confronti di una campagna contro i controlli degli ispettori dell’INPS nel settore dell’agricoltura.
Condividiamo il suo scritto e facciamo nostre le sue considerazioni sia sul silenzio della Cgil che rispetto al fatto che il settore dell’agricoltura, come in altri settori a rischio lavoro nero, le imprese godono della possibilità di utilizzare dai vaucher ai parenti o affini fino al terzo grado, ecc.
Forme di lavoro che rasentano la legalizzazione del lavoro nero e quindi le proteste di quanti individuano nelle ispezioni dell’INPS forme di vessazione, attacchi all’impresa agricola e via sproloquiando non appaiono fuori luogo ma dimostrano una forte intolleranza verso che fa rispettare la legge e le minime regole contrattuali nei confronti dei lavoratori.
E bastato che alcuni ispettori INPS si siano recati nelle campagne trentine per un normale controllo di routine che alcuni candidati (lega e altri) in cerca di qualche voto abbiamo gridato allo scandalo sostenendo che queste ispezioni colpirebbero i disoccupati e cassaintegrati.
Dopo aver avuto consiglieri provinciali disposti a salire sul tetto dell’acciaieria per difendere un lavoro inquinante (o il padrone??) oggi abbiamo chi rivendica il diritto al lavoro nero, (o la violazione delle leggi??).
Naturalmente queste posizioni erano condite da grandi dichiarazioni a favore del lavoro nel primo caso o per per racimolare qualche euro nel secondo caso.
Questa campagna contro il rispetto delle leggi e delle normative contrattuali sono finalizzate a nascondere i veri problemi.
Nel caso dell’acciaieria l’incapacità di affrontare il tema della riconversione produttiva salvaguardando sia lavoro che salute, nel secondo caso i veri problemi dell’agricoltura che sono le politiche concorrenziali della varie cantine, le politiche del credito e la distruzione dell’ambiente portato avanti da una provincia tutta incentrata sulla cementificazione del territorio.
nascondono
Una campagna, quella messa in campo contro i controlli, che riteniamo scandalosa e figlia di una preoccupante regressione culturale che è figlia di un berlusconismo dilagante.
Infatti se anche Fassina (come Fugatti) arriva a giustificare “l’evasione per necessità” significa questa casta politica ha raggiunto livello di immoralità vergognosa.
Infatti questi personaggi dimenticano che il povero pensionato al minimo, il lavoratore precario, non possono evade nemmeno per necessità e le tasse le pagano tutte senza poter effettuare nessuna detrazione prevista per impresse e lavoratori autonomi.
Ancora una volta emergono le spinte che puntano verso una società dove nel mentre aumenta la cultura repressiva nei confronti di quanti contestano le politiche di austerità o delle grandi opere che è l’altra faccia di una cultura lassista nei confronti delle imprese o di quanti evadono le tasse, non rispettano la legge o i contratti di lavoro.
Un dualismo pericoloso perché mette in pericolo la stessa coesione sociale facendo emergere pericolose forme di intolleranza sociale.
Far rispettare la legge non ha nulla ha che fare con la vessazione. Chi evade tasse e contributi è un criminale esattamente come il borseggiatore che ci ruba il portafoglio.
Lista di Rifondazione Comunista

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