Domande che aspettano risposte

I lavoratori ed i cittadini della Spagna, Grecia e Portogallo sono in piazza per protestare contro le politiche imposte dalla BCE contro le politiche di austerità dei vari governi in quanto, oltre a non risolvere i problemi del debito comportano drastici tagli allo stato sociale, ai salari, ai dritti sociali a partire dalla sanità, come in Grecia dove vengono negate le medicine ai bambini.
Grandi manifestazioni che vedono scendere in lotta unitariamente lavoratori, disoccupati, movimenti, cittadini normali e associazioni culturali in una unica lotta contro L’austerity e per chiedere un vero cambio di rotta nelle politiche europee che oggi premiano banche e speculazione a scapito del lavoro e dei diritti sociali.
Il filo conduttore di questi paesi non è solo la lotta contro le politiche della Troika ma anche un processo reale di unificazione delle lotte a differenza di quanto succede in Italia dove le lotte dei lavoratori restano isolate.
Il pubblico impiego. la scuola, l’alcoa, la fiat, l’ilva, sono lotte che dimostrano il fallimento delle politiche di berlusconi prima e di monti adesso che però a causa dell’assenza di una strategia sindacale degna di questo nome, ed in particolare della sudditanza della Cgil al PD, queste lotte vengono lasciate sole nella loro disperazione.
Il caso dell’ilva di Taranto, dove i lavoratori scioperano per difendere un padrone che gli avvelena assieme ai loro familiari è emblematica di come l’assenza di opposizione permetta al padrone di strumentalizzare a suo favore la disperazione dei lavoratori e così continuare a fare profitti ed avvelenare i cittadini di Taranto.
Insomma mentre ieri in Spagna e Grecia i popoli si sono fatti sentire con dure proteste contro i banchieri e gli aguzzini della UE In Italia è cambiato tutto in peggio davanti agli occhi atterriti ed impotenti delle popolazioni.
Mentre Bonanni ed Angeletti da anni ormai schierati a fianco degli industriali non ci si può attendere niente di buono dalla Cgil, specialmente dalla Camusso ci aspettiamo una risposta chiara alla domanda. Perché in Italia non si vuole unificare le lotte dei lavoratori, dalla scuola alle fabbriche, dei vari movimenti dai NO TAV a quanti si oppongono nel paese ai processi di devastazione ambientali, le associazioni impegnate nella difesa di pezzi importanti dello stato sociale dentro una iniziativa di sciopero generalizzato sui posti di lavoro e nel territorio?
Forse la Camusso, non vede il disastro sociale in corso? Disoccupazione, licenziamenti, aumento di tasse e tariffe, calo dei salari, privatizzazioni dei beni comuni e taglio dello stato sociale mentre sperpero, corruzione e malaffare la stanno facendo da padroni nella gestione della cosa pubblica.
Non vede Monti che procede alla svendita del patrimonio pubblico e della sovranità nazionale mentre i partiti sono impegnati in discussioni tanto lunghe quanto inutili in quanto interessate alla difesa del loro potere, piccolo o grande che sia, come la vicenda del Lazio dimostra.
Perchè la Cgil anziché prendere la testa di questo movimento di protesta e di lotta si è chiusa nella ricerca di un impossibile accordo con Cisl e Uil con il solo risultato di sopprimere è marginalizzare ogni forma di dissenso interno?
Sono domande che attendono una risposta.
Ezio Casagranda

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