Berlsuconi, un Pol Pot nostrano

Gli avvocati di Berlusconi stanno studiando la richiesta di grazia per il loro assistito e Re Giorgio (Napolitano) non è escluso che gliela conceda per salvare il governo della larghe intese.
Premesso che ritengo scandaloso che un presidente della Repubblica parli di esaminare una eventuale richiesta di grazia sapendo benissimo che, stando ai dettati costituzionali, non può concederla, un’eventuale intervento per favorire Berlusconi sarebbe un invito agli evasori (continuate ad evadere) e la conferma (ennesima) che la legge italiana non è uguale per tutti.
Per chi ha potere soldi e buoni avvocati può frodare il fisco, insultare in lungo e in largo la magistratura senza che questo non solo sia chiamato a rispondere dei reati ma, anche se condannato, non andrà in carcere. Parola del presidente della Repubblica.
Se dopo la sentenza della Cassazione in troppi si adoperano per difendere “l’agibilità politica” di Berlusconi anziché chiedere che la sentenza trovi immediata esecuzione come avviene per tutti gli altri cittadini significa che il tasso di servilismo deve preoccupare ogni cittadino onesto.
Per questo trovo scandaloso che i mass media trattino questa vergognosa vicenda come una normalità anziché denunciare la pesante violazione del principio di giustizia, della morale e dell’etica sociale oltre che dei principi costituzionali sulla parità dei cittadini difronte alla legge.
Purtroppo troppi cittadini hanno rinunciato ad una atteggiamento critico verso la politica lasciandosi suggestionare da una campagna di stampa pro Silvio da fare invidia a Pol Pot descrivendo Berlusconi come una vittima (non si sa di chi?) e ritenendo il presidente, re Giorgio inattaccabile e, secondo Grasso presidente del senato, addirittura innominabile.
Mentre re Giorgio (Napolitano) spende parole di conforto “..per il leader incontrastato di una formazione politica di innegabile importanza” e dichiara, sostituendosi ai giudici “che Silvio Berlusconi non debba espiare in carcere” la condanna i dati della vita reale del paese continuano a peggiorare nonostante lo sforzo dei mass media di spargere ottimismo sulle scelte e sulla ritrovata credibilità internazionale del governo Letta.
Vendere ottimismo per il solo fatto che lo spread è in calo fa parte delle scelte redazionali della grande stampa ma non risolve i problemi del Paese. Infatti gli interessi dei BOT di luglio sono stati del 4,19% (spread a 240 punti) mentre ad aprile erano stati del 3,9% (spread a 277 punti). Quindi gli interessi che paghiamo sul debito sono aumenati.
Nei giorni scorsi la Banca d’Italia ha fatto sapere che il debito pubblico a giugno ha raggiunto un nuovo record di 2.075 miliardi di euro mentre l’Istat ha confermato che nonostante in Europa qualcuno parli di ripresa per l’Italia siamo davanti all’ottavo trimestre consecutivo di calo del prodotto interno lordo.
A confermare che la vita reale è diversa da quella che sponsorizzata dai grandi organi di stampa è la stessa Confindustria quando conferma che con la spending review le famiglie italiane hanno ridotto la spesa di ben 3.600 euro annui rispetto al 2007 con grossi risparmi sui beni di prima necessità come pane, latte e medicinali.
In Italia è in vigore una strana moda. Ogni volta che un governo traballa qualcuno parla che siamo alle fine della crisi e ora dopo aver tirato la cinghia e la disoccupazione è arrivata alle stelle e la povertà si è generalizzata, se non cade il governo i nostri sacrifici saranno ricompensati.
Infatti Berlusconi vedeva la ripresa nei ristoranti e nelle code ai check-in degli aeroporti, Monti la vedeva come una luce in fondo al tunnel e diceva la ripresa era “dentro di noi”, ora il governo Letta ci dice che la ripresa è dietro l’angolo ma precisa sarà una “ripresa senza lavoro” e quindi gli oltre tre milioni di disoccupati, giovani ed esodati, dovranno accontentarsi e continuare ad avere, ma soprattutto dare, fiducia al governo dell’inciucio e dell’imbroglio.
Ezio Casagranda

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