Andreatta, giri di valzer a antipolitica

L’incontro era stato richiesto dopo la sentenza del TAR che ha respinto i ricorsi di Oviesse e Pam (due multinazionali presenti in Trentino) in materia di aperture domenicali.
Alla luce di questa pronuncia sindacato e lavoratori giustamente pretendono che il primo cittadino rispetti gli impegni che lui stesso si è assunto nell’incontro del 30 gennaio scorso quando ha detto “… se il TAR darà ragione al Comune ancora il giorno dopo convocherò il consiglio per il ritiro della delibera..” e quindi revochi la delibera che permette le aperture di tutte le domeniche fino al 31 maggio 2013.
Come ampiamente previsto il sindaco Andreatta ha fatto il gioco delle tre carte rimangiandosi gli impegni presi con i lavoratori sostenendo che “serve prudenza dopo la sentenza del TAR, come ci hanno suggerito dall’avvocatura” e dribblando le richieste dei lavoratori ha dichiarato che “il Coin a seguito della delibera ha ritirato la richiesta di sospensiva e quindi, sempre secondo l’avvocatura, revocare la delibera intaccherebbe il principio della buona fede..”
Una posizione che non ha convinto nessuno e tanto meno i sindacati che nel denunciare tutta la loro insoddisfazione ribadiscono che sindaco e organizzazioni datoriali dovrebbe avere più coraggio per intervenire e fermare le nefaste conseguenze che il “salva Italia” avrebbe non solo sui lavoratori ma anche sul tessuto commerciale del Trentino ed in particolare sui negozi a conduzione famigliare i quali non reggerebbero le aperture domenicali illimitate.
Davanti a questi giri di valzer di Andreatta e Condini appaiono chiare due cose: la prima abbiamo un sindaco che non mantiene la parola data, ma non solo, quando Andreatta, per giustificare il suo voltafaccia fa riferimento alla “buona fede” – che lui applica nei confronti delle aziende ma non dei lavoratori – dimostra la sua totale sudditanza ai poteri forti che operano nel settore commerciale.
Infine visto che sindaco e assessore hanno continuato a nascondersi dietro le posizioni espresse dall’avvocatura si può desumere che il governo della città, almeno per il settore commercio, è in mano agli avvocati e non alla politica e quindi sorge spontanea la domande che se questo è il modo di governare una città più che di un Consiglio Comunale serve un pool di avocati.
Ieri Andreatta e Condini hanno dimostrato come questo modo di amministrare sia la vera antipolitica da cui il cittadino deve difendersi con la lotta ma anche introducendo forme di democrazia diretta, di controllo e di partecipazione.
Ezio Casagranda

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