Universitari verso lo sciopero europeo
Pubblichiamo questo documento preparatorio dell’assemblea degli studenti universitari di Trento in preparazione dello sciopero europeo del prossimo 14 novembre.
La redazione
Mercoledì 14 novembre si terrà in Italia e in altri paesi europei (Portogallo, Grecia, Spagna) uno sciopero generale lanciato dall’European trade union confederation -confederazione europea dei sindacati- contro le misure di austerity imposte dalla troika.
Questa data è stata fatta propria – oltre che da vari sindacati – anche da molte realtà in lotta che nell’arco degli scorsi anni alla dittatura della finanza, al commissariamento della politica e allo smantellamento dei diritti hanno contrapposto pratiche di autorganizzazione e riappropriazione (dall’autogestione degli ospedali in Grecia agli espropri nei supermercati spagnoli).
Come student* non possiamo non interrogarci sulla giornata del 14 novembre, dal momento che proprio noi soggetti in formazione e lavoratori precari siamo tra le vittime predestinate delle politiche “lacrime e sangue”. L’istruzione pubblica, assieme alla sanità, ai diritti-base dei lavoratori e ai sostegni sociali, sono per l’attuale governo italiano zavorre di cui liberarsi –niente di diverso, sia chiaro, di quanto messo in atto dai governi precedenti: questa crisi è il risultato di un percorso iniziato decenni fa!
Molti di noi infatti, oltre a studiare sono precari o lavorano in nero, per potersi pagare le tasse universitarie e l’affitto, in condizioni di ricattabilità estrema perché nelle città universitarie la domanda di lavoro rimane alta e chi si lamenta della paga o del trattamento è facilmente rimpiazzabile. L’ideale sarebbe che non fossimo troppo “choosy”, e magari ringraziassimo pure di essere sfruttati!
Tutto questo mentre licenziamenti e tagli alle pensioni mandano in pezzi il tanto decantato welfare familistico, che secondo gli organizzatori del Festival della Famiglia di Riva del Garda dovrebbe essere la chiave di volta per uscire dalla crisi mentre continua a dimostrarsi un modello che non ha mai retto davvero, perché basato su un’idea (quella appunto di famiglia) assolutamente esclusiva.
In tutta Italia, e ormai anche nella (presunta) isola felice dell’ateneo trentino, assistiamo all’aumento delle tasse universitarie e al contemporaneo taglio delle borse di studio, alla partnership sempre più frequente tra facoltà ed aziende private (leggi “aziendalizzazione/provincializzazione”), ad una crescente svalutazione dell’elaborazione autonoma delle conoscenze da parte dell* student* cui sempre più spesso corrisponde un numero – quello della media degli esami, del voto di laurea – ,l’unica cosa che sembra contare per ottenere un pezzo di carta con cui ormai ci si può solo soffiare il naso!
Non mancano però esperienze che sanno opporsi a questo modello oppressivo.
La Verdi15 di Torino (studentato occupato dagli studenti a cui era stata tolta la borsa di studio), l’Ex-Cuem di Milano, assieme ad altri spazi di autogestione studentesca, sono luoghi che hanno visto sorgere un altro sapere, un’altra socialità, un altro “abitare. Esempi scomodi che hanno per questo incontrato la repressione da parte delle forze dell’ordine e la criminalizzazione da parte di politici vari e relativi giornalisti asserviti.
La loro lotta è anche la nostra, perché l’obiettivo è lo stesso: aprire sempre più crepe nel consenso alla privatizzazione dell’università, alla mercificazione del sapere e delle nostre vite, alla delega delle nostre lotte e rivendicazioni ad organi che da tempo non sono più in grado di rappresentarci.
Per tutte queste ragioni lanciamo un assemblea universitaria per iniziare a costruire la mobilitazione nelle facoltà verso lo sciopero generale europeo, discutendo assieme di come partecipare e determinare una giornata che presenta tutte le premesse per costituire un appuntamento importante nel panorama delle lotte contro l’austerity, un’opportunità di ribadire che anche la componente studentesca è decisa a scendere in piazza a fianco di lavoratori, precari e disoccupati per riprendersi i suoi diritti.
E, perché no, inventarne di nuovi…
Assemblea universitaria