Progettone: l’assemblea di Rovereto rilancia la lotta

Dopo l’assemblea a Trento del gennaio scorso ieri, presso il centro civico di Lizzanella a Rovereto, si è svolta una partecipata assemblea di lavoratori e lavoratrici del Progettone organizzata dal CLP e da USB.
La discussione ha affrontato le molte tematiche sul tappeto dopo la pausa invernale a partire da come proseguire lotta per cambiare il contratto provinciale del maggio scorso che vede introdurre un articolato sistema di penalizzazione del già misero salario di questi lavoratori.
Una prima questione affrontata è stata quella di chiarire che i lavoratori non sono ne assistiti ne privilegiati ma sono assunti nel rispetto di una legge provinciale. Quindi il loro lavoro deriva non da concessioni sindacali, del CLA o dei politici ma in forza ad una legge.
Una legge che qualcuno vorrebbe, con la scusa della crisi, cancellare per trasformare il progettone in una grande azione 19 precarizzando definitivamente anche questi lavoratori.
Una seconda questione ha riguardato le risorse e l’occupazione: si è denunciato come le rispose provenienti dalla tassa di soggiorni abbiano superato di diversi milioni di euro le stesse ottimistiche previsioni della PAT.
Quindi le risorse ci sono e vanno investite nel progettone oltre che nelle 16 APT che da molti vengono viste come carrozzoni politici piuttosto che come promotrici di turismo.
Una terza questione ha riguardato il welfare aziendale fortemente criticato perché viene ritenuto la strada maestra attraverso la quale passerà la privatizzazione dello stato sociale e dei diritti universali come sanità, scuola, trasporti, dei beni comuni come l’acqua.
Critiche sono arrivate anche al comportamento dell’assessore Olivi il quale dopo l’incontro del dicembre scorso sembra essersi defilato scaricando il tutto sul nuovo dirigente Bontempelli.
Infatti le sue promesse di un incontro di ritorno entro la fine di gennaio 2017 si sono, come molte altre, dissolte nel nulla.
L’assemblea ha quindi dato mandato a CLP ed USB di predisporre per i prossimi giorni i le proposte per una vera piattaforma di richieste da portare alla discussione con i lavoratori nelle assemblee di zona per dare nuovi contenuti alla lotta con precise richieste di modifica dell’accordo del maggio 2016.
Non solo quindi richieste economiche che cancellino i tagli salariali e pensionistici fatti con l’accordo di maggio 2016, ma anche richieste normative che riguardano il jobs act, i trasferimenti discrezionali, la dignità del lavoro svolto, le maggiorazioni per i disagi, il mansionario, lo scatto di anzianità e le qualifiche, l’occupazione a partire dalla conferma dei precari fino alle famose 80 assunzioni che dovrebbe aver portato il nuovo accordo ma delle quali oggi non abbiamo notizie.
Se qualcuno pensava che la protesta dell’estate scorsa contro un accordo truffa fosse solo un fuoco di paglia dovrà ricredersi perché ieri si è vista la volontà di battersi per migliorare un accordo che i lavoratori del progettone non hanno condiviso.
Ezio Casagranda

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