Monti Bis? NO GRAZIE

I dati sull’andamento dell’occupazione, della produzione e dei prezzi di prima necessità smentiscono clamorosamente il presidente Monti che, quando si trova all’estero, non perde occasione per ricordarci che siamo alla fine del tunnel e vicini alla ripresa dell’economia.
Il debito pubblico è arrivato al 123% del prodotto interno lordo, la produzione nel 2012 cala del 2,6%, la disoccupazione arriva al 10,7% ( a cui vanno aggiunti gli 800 mila lavoratori in cigs), l’inflazione è oltre il 3%, il costo del cosiddetto “carrello della spesa” aumenta del 4,7% su base annua mentre i salari perdono potere e i contratti (salvo qualche rara eccezione) restano fermi al palo.
Non solo ma, stando ai dati Istat, nonostante il massiccio aumento della pressione fiscale e l’istituzione dell’Imu (insieme a non so quante altre tasse) lo Stato ha incassato il 3% in meno, rispetto al gettito fiscale dell’anno precedente.
Quindi sul versante dell’economia si può tranquillamente affermare che questo governo di professori e dio tecnici ha fallito nonostante abbiano imposto ai lavoratori ed ai cittadini enormi sacrifici fatti di taglio alle pensioni, ai diritti ed allo stato sociale attraverso l’aumento delle tariffe per a trasporti, i servizi sociali, la scuola e la sanità.
Poi, Monti per coprire le sue responsabilità di questo disastro sociale se la prende con lo statuto dei lavoratori sostenendo che è stato un danno per l’occupazione, perché, ingessando l’economia con troppi diritti per i lavoratori, ha scoraggiato gli investimenti che avrebbero creato lavoro.
Secondo questo professore se i lavoratori non avessero le pause per ragioni fisiologiche, non perdessero tempo in assemblee sindacali, ricevessero un salario di pura sussistenza, come in Birmania, sarebbe molto più conveniente investire in Italia e ci sarebbe tanta occupazione in più.
Ma nemmeno sul versante dell’equità questo governo ha fatto bene.
Prendiamo le norme varate dal governo: la riforma delle pensioni ha avuto effetto retroattivo mettendo alla disperazione oltre 300 mila lavoratori esodati i quali resteranno senza lavoro e senza alcun reddito (pensione o salario) mentre per il taglio agli stipendi dei manager pubblici la norma, varata in questi giorni, non prevede retroattività e scatta solo con le prossime nomine o rinnovo del consigli di amministrazione.
Nel caso del taglio ai privilegi dei politici questo governo, nei suoi 10 mesi di attività, non è andato oltre le semplici dichiarazioni di principio ed in materia di corruzione Monti è bloccato dai veti incrociati e quindi il tutto viene rinviato nel tempo.
Ma le politiche del rinvio non vale per la tariffe.
Gli aumenti sull’elettricità (+ 21%), dell’acqua (+ 5%), del Gas metano (+11%) e rifiuti (+ 9%) decorrono da oggi 1 ottobre senza possibilità di spostare nel tempo, magari dalla prossima legislatura ricalcando le decisioni assunte dal Consiglio provinciale di Trento il quale ha deciso di tagliare, ma solo fra 14 mesi (novembre 2013) qualche prebenda dei privilegi di cui ancora godono.
Però Monti ci assicura che intravede la fine della crisi, anzi che la sente: forse ha consultato il mago Othelma o i fondi di caffè in quanto non si capisce, o non è in grado di dirci, sulla base di quali ragionamenti economici si regga la sua affermazione.
Di sicuro nei prossimi mesi continuerà ad aumentare il numero delle famiglie povere, mentre lavoratori, cittadini pensionati e i disoccupati vedranno peggiorare anteriormente le loro condizioni di precari in quanto i tagli al welfare e la privatizzazione dei beni comuni serviranno per ingrassare il sistema bancario e la speculazione che sono state le cause della crisi e che hanno imposto Monti come commissario liquidatore.
Ezio Casagranda

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Un commento

  • antonio

    Caro Ezio e cari chi mi legge,
    sono contrario a piangere sul latte versato(le responsabilità di questa derivaautoritariocapitalisticoborghese sono di sinistra più che di destra),ma nello stesso tempo sono contrariato dall’insistenza che si fa nel dire quello che non va di questo o quel governo…come se un tale governo potesse portare rimedio ai danni che la sua classe ha procurato! Mi domando a chi serve e cosa serva. Questo (e altri che lo hanno preceduto)è un governo che niente ha a che vedere con le aspirazioni, i propositi, i desideri di chi ha in testa un’altra società e un’altro mondo. E’ un governo che mette volgarmente nella sua lista di rapina quotidiana quello che altri governi(per motivi di vigliaccheria politica)non hanno potuto o voluto fare. Di che meravigliarsi? Perchè arrabbiarsi? Cosa aspettarsi? Niente se abbiamo in testa l’analisi marxiana di come si muove la società capitalistica..ma se anche qualcuno non avesse letto niente, bastano le proporzioni di questi ultimi anni ad aprirci gli occhi: il diavario tra povertà e ricchezza cresce prepotentemente, i diritti conquistati calano o scompaiono, le difficoltà di vita aumentano…e allora? Basta “elenchi della spesa” (impossibili obbiettivi da perseguire); cominciamo a capire, partendo dalle proprie forze, come possiamo unire le forze che si oppongono a questa società dei furbi, dei corrotti, dei dispensatori di illusioni(politici), dei parassittari(politici)dei scialaquatori del bene comune(politici)dei padroni(evasori e mascalzoni)ecc.ecc. cioè quello che comunemente chiamiamo società capitalistica e ognuno faccia la sua parte senza se e senza ma.
    Antonio

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