La UE, una piovra della finanza internazionale
Domenica si vota in Francia e si moltiplicano gli appelli alla sinistra di Mèlenchon di votare Macron in nome del male minore e quindi evitare la vittoria della Le Pen. Un voto per la “repubblica” contro l’avanzare del fascismo.
Su questo mi sento di condividere pienamente quanto scritto da Eurosptp “In Francia come in Italia l’unica posizione coerentemente antifascista non è votare contro le forze di estrema destra ma sconfiggere il blocco reazionario dei banchieri e dei padroni che le alimenta. Esattamente come nelle malattie: combattere i sintomi è importante ma per guarire bisogna combatterne le cause. Oggi l’avanzata di forze di estrema destra è il sintomo, ma la causa risiede nell’azione di quelle forze di centro e di centrosinistra che applicano politiche antipopolari.”
Occorre dire in modo chiaro che l’Europea è una creatura del liberismo che applica le politiche di macelleria sociale verso lavoratori, cittadini e conquiste sociali. Disoccupazione, precarietà, insicurezza, privatizzazione dei beni comuni e dello stato sociale sono i risultati di questa politica della quale Macron e Le Pen ne sono i rappresentanti in terra di Francia.
Infatti Macron incarna la destra liberista mentre la destra reazionaria è rappresentata dalla Le Pen e ambedue sono strumenti di quel blocco reazionario della finanza e del padronato che oggi domina l’Europa.
In questi anni le politiche neoliberiste hanno ridotto drasticamente lo stato sociale impoverendo in modo vergognoso il ceto medio e gli operai mentre la democrazia è stata ridotta ad una inutile formalità in quanto i governi ed i parlamenti (come si è visto Grecia) contano come il due di picche.
In Grecia il potere dittatoriale della troika europea si è manifestato in modo esplicito costringendo il governo Tsipras ad ignorare un referendum popolare ed applicare i diktat provenienti di quelle istituzioni finanziarie che non rispondono in alcun modo alla sovranità popolare.
Si è affamato un intero popolo, sventura la sua nazione solo per salvare la Bundesbank e gli interessi della Germania.
Ma non c’è solo la Grecia, nel 2011 con una lettera a firma Trichet/Draghi l’Europa ha imposto al governo italiano la controriforma del mercato del lavoro, l’innalzamento dell’età pensionabile, l’annullamento del referendum sull’acqua, tagli pesanti allo stato sociale e l’aumento della tassazione indiretta (aumento delle tariffe) per rispettare i parametri di Maastricht.
Per questo ogni ipotesi di riformare l’Europa è illusoria e rischia di dare linfa alle destre, come dimostra la Francia, e quindi solo la rottura politica con i diktat dell’Unione Europea può permettere di porre le basi per la costruzione di un grande movimento si lotta capace di costruire una prospettiva per un mondo alternativo a quello designato dai trattati di Maastricht.
Ezio Casagranda