Il popolo greco ha detto OXI ( No) all’austerity
Il referendum Greco è stata una sorpresa. Scettico al suo annuncio, in sei giorni sono riusciti a fare una vera rivoluzione democratica contro le preponderanti forze dell’austerity e della negazione del diritto.
Il mio scetticismo stava proprio nel fatto che l’azzardo referendario era stato indetto in un periodo storico di pesante ricatto psico-sociale da parte delle banche europee, dei gerarchi tedeschi e francesi con annessi sotto-panza italiani. Che hanno tentato di condizionare il risultato, per fortuna non riuscendoci. Un mio scetticismo che però non ha tenuto conto della volontà democratica di un popolo, di tutti i popoli. Una forza popolare che ha annullato ogni forma di pressione che poteva influenzarne l’esito. Al contrario i politici europei vorrebbero relegare la libera espressione popolare ad una distante filosofia che non riguarda più la gente.
Il Popolo Greco ha dimostrato che uniti si vince e si possono ribaltare gli infausti auspici: al di là delle retoriche ideologiche, se si vuole sconfiggere l’enclave dell’austerity, bisogna trovare la strada ad una forma d’unità popolare e di sinistra. La democrazia, ove viene sviluppata attraverso il libero consenso e la corretta informazione, è un’arma potente per sovvertire situazioni indistricabili.
Lo strapotere d’una Germania comandante in capo non eletto d’Europa è stato scalfito da gente ridotta allo stremo da anni di tagli e sofferenze sociali.
La Germania politica umilmente dovrebbe ricordarsi da che situazione proveniva. La memoria può essere labile, ma la storia non si può modificare e i debiti contratti, specialmente con i paesi dell’Est-Europa, a seguito delle distruzioni che ha portato sono ancora ben fisse nei testi e nelle menti.
Questa umiltà non sembra far parte del carattere tedesco e come nelle precedenti tristi vicende la “corazzata teutonica” si alza nuovamente per mettersi a capo, con arroganza e prepotenza, di un’Europa stremata da un’austerity creata proprio dai politici tedeschi per arricchire le proprie banche e imprese sfruttando le difficoltà altrui. Il fine, a mio modo di vedere, è quello di influenzare in modo preponderante l’intera area per trasformarla in un campo di lavoro al servizio germanico: indebolendo e influenzando i paesi dell’est e del sud Europa in fatto di diritti e di prospettive economiche così da poterli sfruttare. Questa visione germanica è già in atto da diverso tempo: i contratti di lavoro al ribasso in atto nel paese tedesco sono uguali a quelli entrati in vigore in Spagna, Italia, Grecia e paesi dell’est. Meno diritti, meno prospettive, meno soldi, precarietà e instabilità sociale. Infiacchire, indebolire e deprimere qualsiasi critica o resistenza al pensiero neoliberista in voga.
Una visione entrata a far parte dei vari proclami di politici ed industriali nostrani che si sono prodigati nell’affermare la grande validità del “modello tedesco”. Modello che non sembra un gran che una volta scoperta la sua faccia nascosta fatta di lavoro al massimo ribasso. Un imprinting teutonico su politici ed industriali sostanzialmente prive di umanità e solidarietà. Tutto l’opposto di Tsipras che coinvolgendo il suo popolo ha lanciato un referendum sorprendendo tutti e inimicandosi ulteriormente la gerarchia europea. A quando uno analogo in Italia? Prima che anch’essa diventi terreno di coltura sperimentale degli economisti della BCE e dell’FMI.
Prima che la speculazione finanziaria divori oltre che alle nostre libertà anche lo spirito di partecipazione e la solidarietà tra i Popoli.
Alla Germania deve essere nuovamente ricordato che solo con la democrazia ed un Europa dei Popoli la comunità può andare avanti, altrimenti e meglio cominciare a “disinnescarla” prima che scateni un altro conflitto. L’arroganza, la guerra e prepotenza sono ben stampati nel D.N.A del politico tedesco, non per forza ci deve essere un nuovo nazismo perché la stessa negatività si manifesti sotto altre spoglie dall’apparenza democratiche e porti ad una diversa sottomissione.
Il Popolo Greco c’è lo ha insegnato con questo referendum, stiamo in guardia e salvaguardiamo la nostra democrazia dalle scuole sino ai posti di lavoro, dalle Piazze sino alle aule dove avviene la vita politica del paese. Una volta persa si favorisce una comunità di diseguaglianze nella quale un solo padrone vuol comandare.
Ringrazio il Popolo Greco per l’esempio che ha consegnato alla storia e per avermi fatto ricordare che la democrazia d’un popolo vince sempre.
Nicola Messina