Politica e sindacato tra Autonomia e subalternita’.

In questi giorni si sprecano i giudizi positivi della manovra economica approvata dalla giunta provinciale Trentina per far fronte alla drammatica situazione occupazionale e sociale trentina.
Gli ultimi dati sull’aumento della disoccupazione e degli iscritti alle liste di mobilità o le stesse analisi avanzate dal progetto Raffaelli ci dicono che il Trentino, a differenza delle affermazioni sentite in campagna elettorale, non è molto diverso dal resto d’Italia.
Gli esempi sono tanti: dalla legge sulle aperture domenicali e sulle scelte fatte da questa giunta sul “progettone” per non parlare dei tagli alla scuola o della mancata trasparenza amministrativa.
Il CDA dell’Autobrennero, a maggioranza pubblica, si rifiuta di fornire, in spregio ad una sentenza del TAR, i nominativi di quanti godono del privilegio di poter viaggiare gratis lungo l’autostrada A22. Le motivazioni del presidente appaiono arroganti, indecenti e offensive per tutti quei cittadini che se usano l’autostrada la devono pagare.
La Giunta provinciale fa orecchie da mercante e continua a sostenere che siamo diversi dal resto del paese dove la trasparenza rimane un optional, ma tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino come successo con il comune di Trento che in materia di trasparenza amministrativa, per non parlare delle forme di democrazia partecipata, è in fondo alla classifica dei comuni italiani.
Anche sul versante del lavoro dobbiamo registrare la piena assonanza delle scelte di questa giunta con quanto avviene nel resto d’Italia e quindi questa giunta sta sacrificando l’autonomia sull’altare dei rapporti con il governo.
Sulle domeniche l’assessore Olivi ha congelato la sua legge con l’obiettivo di recepire, in toto, il decreto “salva Italia” sulle liberalizzazione degli orari commerciali. Naturalmente Olivi continuerà a dire che questa scelta difende l’autonomia e non, come appare ai più l’abdicazione dell’autonomia davanti alle scelte nazionali.
Sulla scuola come sul “progettone” il ruolo sindacale si è limitato alla riduzione del danno rispetto ai tagli “imposti” dalla spending review, senza mettere in discussione le politiche di questa giunta attraverso una mobilitazione dei lavoratori per rivendicare un aumento delle risorse per la scuola e per le politiche a sostegno dei lavoratori licenziati e di quanti il lavoro non lo hanno mai avuto.
Nessuna richiesta da parte sindacale affinché il reddito di garanzia sia allargato anche a chi il lavoro lo cerca ma non lo trova e quindi avvicinarsi alla definizione di un vero reddito di cittadinanza sulla scia di molti paesi europei.
Nessuna parola viene spesa per introdurre, a partire dagli appalti sui servizi e negli appalti pubblici il salario minimo evitando così la corsa alla riduzione delle retribuzioni dei lavoratori da parte delle aziende concorrenti.
In compenso si corre a sottoscrivere, come a livello nazionale, accordi per ridurre il carico fiscale su straordinari e premi di produttività che rischia di diventare un elemento discriminatorio fra lavoratori.
Per questo bisogna chiedersi se in trentino le forze politiche, sindacali e sociali stanno usando l’autonomia per mettere in campo iniziative innovative in grado di dare una prospettiva, un futuro, un reddito ed una speranza a chi lavora e chi il lavoro non lo trova o semplicemente usano l’autonomia come strumento di gestione delle clientele ad ogni livello.
Concordo con quanti sostengono che oggi l’autonomia è gestita in modo clientelare e verticistico e non è sufficiente organizzare il festival dell’economia per cancellare questa cruda realtà.
Ezio Casagranda

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2 commenti

  • Roberto

    caro Ezio sono roberto alberton e concordo con questo articolo per quanto alla subalternità anche e purtroppo della CGIL alle scelte della coalizione al governo della provincia ed a un PD che era già al centro quando ancora c’erano i DS ed anche prima che rovinasse il PD nazionale.
    Per quanto al Progettone trovo che poteva essere uno strumento per alleviare l’emergenza occupazionale dando slancio anche con nuove occupazioni e tipi di lavoro,invece si è alzata la soglia dell’età di ingresso,resi ancora più restrittivi i requisiti
    anche di permanenza in trentino come se uno che perde il posto dopo 3 anni che è qua abbia meno diritti (viva l’unità d’Italia!),si cede alle pressioni di chi dice che si toglie lavoro alle imprese ed alle coop ( quelle che ormai ti sfruttano più dei privati);
    che dici Enzo ?

    roberto rsa flai cgil

    • luciano lorandi

      Fa piacere sentire che il “dissenso” non + solo in Filcams ma si sta pianp,piano allargando.Ma quanti ce ne vorranno per riavere pluralita e democrazia????In ogni caso noi vi aspettiamo e vi accoglieremo a braccia aperte!!!!!!

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