Vallo Tomo: Finale di partita?

Cosa fa un giocatore di poker quando, al giro decisivo della partita e avendo già cambiato le carte, si trova con una coppia soltanto? Si ritira. Oppure bluffa. E’ la situazione in cui si trova da tempo il Comune di Mori. Non avendo nulla in mano che giustifichi la costruzione del vallo tomo, bluffa. E lo fa in modo spudorato. Sperando di poter contare sulla più completa mancanza di memoria da parte della popolazione.
Per impedire che questo avvenga, è fondamentale ricordare ragioni e passaggi dell’opposizione all’eco mostro. Abbiamo sempre detto che:
– se invece di puntare sul monitoraggio costante e sulla manutenzione attenta e ragionata dei costoni montani si puntasse unicamente sulle opere di difesa passiva, bisognerebbe costruire vallo tomi in tutto il Trentino. Manutenzione significa salvaguardia delle forme di difesa naturale. In una relazione geologica realizzata nel 2012 su incarico del Comune di Mori e dedicata alla parte di Monte Albano verso Molina e Ravazzone, la dottoressa Fabiana Zandonai affermava che l’instabilità di alcune rocce è principalmente dovuta allo scriteriato taglio del bosco e alla mancanza di attenzione ai deflussi delle acque: la prima difesa è la salvaguardia del territorio. Questa relazione giaceva in un cassetto del Comune.
– la sciagurata distruzione delle fratte avrebbe aggravato la pericolosità del diedro sopra via Teatro, perchè toglieva una preziosa difesa contro la caduta massi (nonché un patrimonio storico e paesaggistico). Il grado di sicurezza degli abitanti con le fratte e senza vallo tomo oppure con il vallo tomo e le fratte spianate è sostanzialmente identico.
– era possibile “fissare” il diedro prima di procedere alla sua demolizione controllata: Se proprio si voleva predisporre un’opera di difesa prima di toccare il diedro, era possibile costruirla sopra le fratte in 30 giorni (progetto alla mano). Ci sono voluti quattro mesi per costruire il vallo tomo e dopo quasi sette mesi il diedro è ancora lì. Bluff nel bluff, la Protezione civile ha dichiarato che lo spuntone verrà “fissato” prima di demolirlo (operazione per mesi e mesi definita impossibile); il volume di roccia da demolire nel frattempo è quasi triplicato: Di più: hanno costruito un potenziale trampolino per i massi e hanno persino interrotto il sistema di monitoraggio sul diedro.
– in un territorio come quello trentino, la costruzione immotivata di vallo tomi rischia di diventare un nuovo bancomat per imprese e partiti. Si sta già pensando di demolire altri terrazzamenti procedendo con i lavori del muro verso Mori Vecchio e verso Ravazzone. Nelle relazioni geologiche si scrive “manutenzione”, nelle sale dei bottoni si legge “vallo tomo” e “ruspe”.
– Quando dicevamo e diciamo “hanno distrutto le fratte per niente”, affermavamo e affermiamo una verità solida come i secolari muretti a secco che le loro ruspe hanno abbattuto. Non c’è menzognero bollettino comunale che possa far credere il contrario. Hanno militarizzato una borgata. Hanno criminalizzato il dissenso. Hanno cercato di spaventare e sono riusciti a far soffrire tanta gente.
Ma le ragioni della lotta contro il vallo tomo sono oggi ancor più chiare di ieri. Siamo ancora qui. I processi non riusciranno né a coprire i loro bluff né a cambiare le nostre idee.

Tribù delle Fratte

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