Vallo tomo: chi sta avvelenando il clima?

vallotomo1Se nei precedenti volantini abbiamo soprattutto ribadito le ragioni dell’opposizione al vallo tomo e lanciato degli appuntamenti di lotta, ci sembra ora il caso di proporre alcune riflessioni.
Chi vuole imporre quest’opera devastante e non necessaria, ignorando tutte le possibili alternative, è in evidente difficoltà.
Lor signori non si aspettavano che i lavori venissero bloccati; non si aspettavano che il coinvolgimento della popolazione crescesse; non si aspettavano che dopo il diktat di Ugo Rossi la gente si rifiutasse di arrendersi.
Da due settimane minacciano di inviare la forza pubblica sulle fratte; hanno portato la polizia in tenuta antisommosa per un presidio pacifico davanti al Municipio. Ma la gente non è tornata a casa a guardare la televisione.
Il tentativo di inquinare la protesta con il volantino falso a firma “tribù delle fratte” è fallito: la partecipazione all’assemblea popolare del 16 dicembre è stata ampia, calorosa e convinta. Sempre più persone si rendono conto che la posta in gioco va ben oltre l’abitato di Mori, perché riguarda la possibilità di decidere delle proprie vite e del proprio territorio.
Un cittadino solidale con la protesta si è trovato la vetrina del proprio negozio infranta, un gesto – avvenuto la notte dell’assemblea popolare – che sembra proprio un messaggio intimidatorio.
A lui e alla sua famiglia esprimiamo tutta la nostra solidarietà.
Rovesciando cause ed effetti, il sindaco Barozzi accusa la tribù delle fratte di aver creato un clima di tensione a Mori. Saremmo noi, e non coloro che vogliono a tutti i costi il vallo tomo, i responsabili dei gesti… contro di noi! D’altronde, secondo Barozzi la Celere di Padova e il battaglione dei carabinieri di Laives erano davanti al Municipio “per garantire l’incolumità di tutti, manifestanti compresi”. Garantire l’incolumità dei manifestanti da chi? Da Rossi e Mellarini? Sappia, il sindaco, che non potrà nascondere la propria responsabilità in caso di sgombero forzato del presidio alle fratte.
Ma ad aver superato ogni limite della decenza è stato proprio il presidente Rossi. Durante un intervento istituzionale – riportato da “il dolomiti” del 16 dicembre – il governatore ci ha regalato due “perle”. La prima è che “se se si contesta la Protezione civile ad entrare in crisi è la democrazia stessa”. Francamente non sapevamo che la Protezione civile avesse il dono dell’infallibilità. Lo sa, il signor Rossi, che il diritto divino è finito con la rivoluzione francese?
Tra l’altro, a voler tacere sulle risate degli amici di Bertolaso dopo il terremoto dell’Aquila, e rimanendo in ambito locale, basterebbero la tragedia di Stava e il prosciugamento del lago di Loppio a dimostrare che anche “la Protezione civile migliore del mondo” può sbagliare.
Ma l’altra “perla” è ancora più grave. Il presidente della Provincia è riuscito a mettere sullo stesso piano – alla voce “discredito delle istituzioni” – la protesta contro il vallo tomo e gli attacchi incendiari razzisti di Soraga e di Lavarone. Qui siamo all’affronto vero e proprio.
Non solo difesa del territorio e razzismo non sono affatto sinonimi; non solo un simile parallelismo è smentito dalle idee, dai valori e dalla storia personale di molte e molti che stanno resistendo al vallo tomo; ma in questa fase storica le lotte collettive contro i poteri forti sono il miglior antidoto al razzismo dilagante. È proprio quando gli esseri umani sono isolati, non si incontrano, non condividono, non affrontano in comune problemi comuni che trionfa la ricerca del capro espiatorio (il diverso di turno) verso cui sfogare il crescente malessere. L’esatto contrario di quanto sta accadendo sulle fratte.
Grazie alla lotta, le donne e gli uomini cominciano a ragionare con la propria testa e smettono di abboccare all’amo di questo o quell’imbonitore politico.
Ed è proprio per questo che l’esperienza che sta attraversando le fratte, le sale e le strade di Mori in queste settimane fa paura: potrebbe diventare contagiosa.
Andiamo avanti, caparbi e sereni.
Mori, 18 dicembre 2016

Tribù delle Fratte

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