Unire le lotte per il lavoro e la dignita’

WP_000868Le organizzazioni sindacali di base e di classe rappresentate dall’UNIONE SINDACALE DI BASE, dal SINDACATO DI BASE MULTICATEGORIALE DI TRENTO e dallo SLAI COBAS hanno deciso di sottoscrivere, in provincia di Trento, un patto di collaborazione e coordinamento per lo sviluppo a livello locale di un polo sindacale alternativo ai sindacati confederali che vuole collocarsi nella prospettiva della costruzione di un unico sindacato nazionale di base e di classe dei lavoratori. Questa decisione è motivata dalle seguenti valutazioni di fondo:

– la crisi economica è una crisi strutturale del sistema capitalistico che continua ad approfondirsi non lasciando margini all’individuazione, a breve-medio termine, di una qualche possibile inversione di tendenza. Il meccanismo economico capitalistico fondato sullo sfruttamento dei lavoratori e dei popoli e sulla rapina delle risorse, anche ambientali, è non solo superato dall’attuale sviluppo delle scienze, delle competenze intellettuali e delle tecnologie, ma è anche diventato un ostacolo per le necessità e per la stessa vita dell’umanità.

– Il capitale finanziario, a livello internazionale e nazionale, dopo gli anni 70 ha scelto la strada del neoliberismo, scardinando o abbandonando forme ed assetti, sul piano politico ed economico, che avevano garantito dopo la seconda guerra mondiale una qualche forma di sviluppo e di sistema politico rappresentativo. Oggi questo percorso sta raggiungendo punti di non ritorno sulla strada dell’attacco politico, economico e culturale, ai lavoratori ed alle masse popolari di tutti i paesi del mondo, il tutto mentre, su un altro versante, procedono e si accentuano le imprese guerrafondaie e si destabilizzano definitivamente (vedi Ucraina) gli stessi equilibri tra le varie potenze. Si sta quindi delineando una nuova fase di tendenza al fascismo ed alla guerra imperialista.

– In questo quadro a livello nazionale i diversi schieramenti del blocco politico e sociale dominante concorrono per affermare una propria egemonia al servizio del capitale finanziario. In particolare si intravedono i contorni di un nuovo asse privilegiato tra il capitale finanziario e schiere di padroni grandi e piccoli che, dietro un populismo spesso fascisteggiante, stanno reclamando un ruolo ed una presenza sempre più diretta all’interno dello Stato. Si tratta di settori del capitale che richiedendo di porre definitivamente fine alle istituzioni rappresentative, ai servizi pubblici, alle residue libertà democratiche e sindacali, alle normative in materia di lavoro, previdenza e sicurezza sui posti di lavoro ancora vigenti. Dietro la richiesta di un abbattimento delle tasse e del costo del lavoro si nascondono gli appetiti insaziabili volti alla diminuzione dei salari ed alla gestione dei processi di privatizzazione.

– Questi processi non sarebbero potuti iniziare e non potrebbero oggi svilupparsi con così tanta facilità e celerità senza il ruolo determinante svolto dalla cosiddetta sinistra, ed oggi dal PD e dai sindacati confederali. Questi ultimi poi si sono rivelati i veri cavalli di troia delle offensive padronali e governative contro i lavoratori. Sempre più integrati organicamente con le istituzioni e gli appartati dello Stato e con lo stesso capitale finanziario (vedi gestione dei fondi-pensione ed oggi dei fondi-sanità) sono stati e sono artefici dell’instaurazione di una vera e propria dittatura sui posti di lavoro esercitata a suon di minacce, di ricatti e di politica da terra bruciata, insieme ai padroni ed a una sempre meno indipendente magistratura, nei confronti dei lavoratori che si oppongono e delle organizzazioni sindacali e di classe.

– Gli accordi del 10 gennaio 2014, per altro anche preparati, con adesione unanime (compresa la FIOM), da decenni di accordi interconfederali, si pensi a quello del 28 giugno 2011 subito ratificato dall’art. 8 della legge dell’agosto e del settembre successivi, oltre a violare apertamente la costituzione ed a porre paradossalmente problemi di rappresentanza alla stessa FIOM, sono un esempio eclatante di come l’attacco ai salari dei lavoratori, la volontà di andare alla soppressione il diritto di sciopero, la repressione, le privatizzazioni, lo svuotamento definitivo degli istituti rappresentativi sono tutti processi, tra i tanti altri, tra loro strettamente interconnessi e che richiedono una piena pacificazione dei posti di lavoro.

– Questo quadro si riflette pienamente anche nel Trentino. E’ definitivamente tramontata l’idea del Trentino come un isola felice. I governi locali, provincia e comuni, affiancano le politiche e le dinamiche nazionali articolandole ulteriormente. Dalla politica di deindustrializzazione a favore del terziario alle politiche di precarizzazione del lavoro a cui per altro corrispondono percentuali crescenti di disoccupati senza reddito, o quasi, di tutte le fasce di età, dalla compressione degli ammortizzatori sociali ad ogni genere di contributi e facilitazioni alle imprese, dalla privatizzazione della sanità, del sistema della pubblica previdenza, della scuola ecc. alle “grandi opere”, ma la lista, che comprende anche una situazione di precarietà abitativa sempre più drammatica per migliaia di famiglie, potrebbe continuare all’infinito.

– Con la recente formazione dell’USB si completa ed articola però anche il fronte dell’opposizione sindacale di base e di classe che oggi va a costituire anche l’unica reale opposizione sociale esistente in provincia di Trento. In tale contesto è più che mai auspicabile, in primo per gli interessi e le condizioni di vita e di lavoro degli stessi lavoratori, dei giovani disoccupati, degli strati popolari ecc., che le forze sindacali che costituiscono questo fronte non continuino a procedere separatamente con relativo inevitabile esito di dispersione di forze, energie e risorse.

– Per questo le organizzazioni sindacali che hanno sotto firmato questo patto intendono procedere con un lavoro di coordinamento, collaborazione, mutuo aiuto, formazione, condivisione di risorse legali, ecc. al fine di rafforzare congiuntamente la propria presenza dentro e davanti i luoghi di lavoro, così come all’interno della stessa società trentina, contrastando i padroni come i governi locali, rompendo il muro del monopolio e della dittatura dei sindacati confederali e lavorando a tutti i livelli alla costruzione di una vera opposizione sociale e politica capace di dialettizzare ed operare anche insieme ai movimenti (dal No TAV al No WAR, all’antifascismo, all’antirazzismo), ai giovani precari e disoccupati, ai lavoratori marginalizzati ed a quelli disabili, ai settori popolari in cerca di adeguata sistemazione abitativa ed ai settori studenteschi che si oppongono ai processi di privatizzazione della scuola.

– In quest’ottica le organizzazioni sindacali firmatarie del patto intendono anche promuovere un lavoro comune a partire dai posti di lavoro dove sono presenti ed a partire dalle proprie RSU ed RSA, capace di rapportarsi quotidianamente ai problemi della rappresentanza, della contrattazione, della lotta sindacale e della promozione dei contenziosi sul piano legale a tutela dei lavoratori e dei diritti sindacali.

– E’ istituito un coordinamento composto dalle realtà organizzative e lavorative delle tre organizzazioni sindacali che si riunirà almeno una volta ogni due settimane.

Ezio Casagranda   Unione Sindacale di Base,
Fulvio Flammini     Sindacato di Base Multicategoriale di Trento
Sebastiano Pira     Slai Cobas

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2 commenti

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  • Luciano Lorandi

    Era importante iniziare “il percorso” per l’unificazione delle varie realtà presenti in provincia,questo è solo il primo di una serie di passi che ci auguriamo portino,in futuro,ad un unica sigla che riesca a coalizzare le varie e variegate lotte presenti e presumibili!!!!
    Va da se che “l’unione fa la forza” ma non è e non sarà solo una questione di numeri, ma sopratutto di “qualità” delle lotte,di capacità di coinvolgimento diretto dei lavorator@,partecipare per decidere del proprio futuro e della “polis”della nostra provincia,per una società capace di “includere” e non “escludere”,per la casa ,per la dignità della persona in quanto tale e non solo in quanto “produttore” di ricchezza !!!
    E’ solo il primo passo ,ma la direzione è quella GIUSTA!!!

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