Una storia di ordinaria ingiustizia

Finalmente alle 21 e 10 Andrea e Claudio sono stati liberati dopo 11 ore passate in stato di fermo.
Ho appena potuto riabbracciare Andrea che abita a Vaie e mi sono fatto raccontare i fatti come realmente sono accaduti.
Intorno alle 9 a Chiomonte sulla strada dell’Avanà viene notato un personaggio che inizia a scattare foto alla piccola baracca e al presidio. Quattro no tav si staccano dal presidio davanti al cancello per chiedere spiegazioni al tizio che, con fare menefreghista, risponde a monosillabi continuando a fotografare. A questo punto qualcuno alza la voce chiedendo chi fosse e cosa stesse facendo, ci sono momenti di nervosismo, ma nessuno tocca nessuno e alla fine il personaggio in questione dice di essere stato mandato a scattare delle foto dallla procura; Andrea, che fino ad allora era rimasto davanti al cancello, si avvicina e fa alcune foto per poi ritornare al cancello e avvertire telefonicamente un po’ di persone in valle di quello che stava accadendo. Il tizio intanto prende la sua auto e la sua macchina fotografica, che nessuno ha toccato, e si allontana. Un po’ di persone, compreso Andrea e Claudio, si spostano al presidio per riordinare il dopo colazione, ma, dopo poco, escono alcuni carabinieri dal cancello e raggiungono il presidio, nello stesso momento arrivano quattro furgoncini pieni, sempre dei carabinieri, che si posizionano davanti all’area del campeggio. Ad Andrea e Claudio viene subito detto che sono in stato di fermo, mentre le altre persone che erano al presidio vengono identificate. Intorno alle 10 e 15 i due vengono portati alla centrale e lì fotografati e filmati per l’identificazione di rito. Viene anche detto loro che presto saranno rilasciati. Un ora dopo sono invece alla Maddalena, sotto la tettoia dell’ex museo, all’aperto e li rimarranno fino alle 18 controllati a vista da due piantoni che venivano turnati. Avevano il divieto di scendere il gradino dove si trovavano! A pranzo viene offerto un tramezzino che dividono in due.
Sette ore passate quasi immobili, all’aperto e senza che nessuno si degnasse di dirle di cosa erano accusati e cosa sarebbe successo. Finalmente alle 18 il comandante di Susa Mazzanti comunicava che venivano rilasciati, ma per Andrea scattava una denuncia, Caludio risultava invece persona informata dei fatti. A quel punto Claudio viene portato a Susa nella stazione della polizia stradale all’interno dell’autoporto, dai carabinieri di Chiomonte e Andrea in un’altra macchina accompagnato da tre digos. Anche li vengono fatti aspettare un altra ora abbondante poi finalmente il verbale: Claudio diventa indagato, mentre Andrea è accusato di “tentata rapina aggravata e resistenza a pubblico ufficiale aggravata in concorso con persone da identificare”. A quel punto le viene detto che se ne può andare, peccato che la caserma sorge in mezzo agli svincoli autostradali e che la macchina è a Chiomonte, pertanto non resta che andare a piedi per gli svincoli autostradali fino al presidio di Susa…non prorpio quello che si dice una passeggiata sicura.
Fine di una storia che sembra scaturita da una mente delirante e che invece è dannatamente vera. I giornali sono riusciti anche a scrivere che erano accusati di sequestro di persona e crediamo che alcuni ligi funzionari lavorassero per quell’accusa per poi arrestarli, ma probabilmete qualcuno gli avrà fatto notare che il tutto non stava in piedi
Non ho voglia di fare valutazioni politiche, adesso sono contento che entrambi sono a casa e che la brutta avventura e finita penso però che tutto il movimento si possa stringere intorno a loro con l’affetto che ci contraddistingue per farli dimenticare presto questa assurda e vergognosa avventura.
naturalmente facciamo girare questa mia, è bene che tutti sappiano come sono andate realmente le cose
ps.: domani (o meglio oggi, visto che è mezzanotte passata) è anche il compleanno di Andrea, per chi volesse farle gli auguri e scriverli due righe credo che saranno ben accette, la sua e-mail è murandrew2@gmail.com
Luca – cronache di ieri, domenica 18 novembre, a Chiomonte

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Un commento

  • Ezio

    Picchiano gli studenti, manganellano gli operai, “sequestrano” per 11 ore due giovani a Chiomonte e continuano a chiamarle “forse dell’ordine”. Questi sono personaggi che su ordini precisi del governo praticano la repressione del dissenso per dimenticare di essere sfruttati da un potere che gli vuole servi docili, ubbidienti e poco pagati.

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