Una manifestazione europea

Ieri ho partecipato ad un bellissimo corteo, fatto di studenti, lavoratori, cittadini, movimenti e qualche pensionato,  che ha attraversato la città denunciando le difficoltà  di una vita quotidiana fatta di precarietà, bassi salari e distruzione di diritti fondamentali come lo studio e il lavoro a cui sono costretti milioni di cittadini, studenti e lavoratori mentre padroni, ricchi e potenti continuano a lucrare, speculare sulla pelle dei lavoratori.
Una manifestazione pacifica che ha ricevuto anche gli applausi dei cittadini ma che un giornalista (poco) attendo come Giovannetti non ha visto. Lui ha visto un’altra cosa e quindi per descrivere questa manifestazione ha titolato il suo giornale “Assalti a provincia e banche” con il sottotitolo “il corteo ‘alternativo’ degenera” fino alla cronaca “caos in città”.
Un vero travisamento della realtà che offende e denigra gratuitamente e senza fondamento non solo le centinaia di persone che ieri hanno manifestato, ma l’intelligenza e la dignità di quanti, in Trentino non condividono le politiche del governo Monti e del governatore Dellai.
Forse tanto veleno deriva dal fatto che il suo giornale non poteva essere da meno della stampa nazionale e quindi per forza maggiore (oserei dire che ce lo chiede l’Europa) ogni forma di dissenso verso i diktat della troika e della finanza deve essere “marchiato” come “violento” anche se la sua colpa è quella di voler manifestare pacificamente contro questa questa macelleria sociale che eufemisticamente viene chiamata “austerità” o “rigore”.
Dopo le stangate, i tagli ai servizi, ai diritti ed essere condannati alla precarietà questi giovani scesi in piazza per dire NO alla BCE sono definiti come frange estremiste e violente da una stampa che non è in grado di vedere la realtà e di sentire la rabbia e l’indignazione dei cittadini per una politica tutta arroccata in difesa dei suoi privilegi e di un potere sordo ad ogni protesta. Questa è pura violenza del potere pari a quella dei poliziotti che ad ogni occasione non esitano a bastonare giovani e anziani, studenti o lavoratori come si è visto nei gironi scorsi nel Sulcis e ad ottobre contro gli studenti romani. 
Il titolo dell’Adige fa pandan con quello dell’Unità che ha titolato “violenti contro lo sciopero” nel tentativo di mettere studenti contro lavoratori accusandoli di oscurare la lotta dei lavoratori in quanto violenti.
Ancora una volta la stampa ha perso una grande occasione per svolgere il suo ruolo fondamentale che è quello di indagare a fondo e non limitarsi, come la stampa di regime a rappresentare gli interessi del potere.
Infatti, nessuna critica viene fatta nei confronti di un governo che non accetta critiche o dissensi in quanto possono rallentare il percorso di smantellamento del welfare e dei diritti. Un governo incurante dei disastri sociali che le sue politiche stanno provocando, un governo che non ha nessuna intenzione di ascoltare ne “la piazza” ne i cittadini.
Questo si è visto in Valsusa dove si è militarizzata un’intera valle, con il referendum sull’acqua il cui risultato è stato cancellato dalla politiche bipartisan di privatizzazione dei beni comuni o sui diritti del lavoro cancellati da una riforma Fornero e dal conseguente via libera che questa riforma ha dato ai ricatti padronali della Fiat, all’Ilva passando per Ikea fino alla Gallox di Rovereto.
Governo e Provincia hanno il dovere di ascoltare. Ma se questi presidenti tecnicamente e politicamente arroganti anziché rispondere alle richieste pressanti che salgono dalla piazza si voltano dall’altra parte o ne fanno una questione d ordine pubblico significa che questi sono solo i rappresentanti dei ceti dominanti, delle banche e dei poteri forti.
Contro la dittatura della finanza imposta ai governi europei dalla BCE, FMI e Unione Europea ieri, 14 novembre, il sindacato europeo (CES) ha chiamato alla sciopero tutti i lavoratori europei e le grandi manifestazione che ieri si sono svolte in tutta Europa, ed in 87 città italiane, compresa Trento, sono manifestazione che stanno dentro questo grande movimento di lotta la cui valenza politica e sociale non sarà offuscata dai titoli come quello dell’Adige o dell’Unità.
A questi giornalisti rispondaimo con il motto dei lavoratori di Pomigliano “Noi servi Mai” 

Ezio Casagranda

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Un commento

  • antonio

    Ho letto anch’io con stupore e incredulità. Non c’ero, ma non era
    difficile capire che lo scrivente non aveva calpestato i luoghi del
    corteo. Il suo articolo è un insulto alle ragioni dei manifestanti che
    – pochi o tanti – avevano ragioni da vendere per manifestare.
    Antonio

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