Un accordo che contrattualizza le disdette aziendali

In merito all’IPOTESI DI ACCORDO del 4 agosto scorso la quale come riportato già nelle prime righe, dovrebbe intervenire per appianare la situazione venutasi a creare dopo la delibera provinciale del 31 luglio 2020, con la quale viene reintrodotta la bigliettazione a bordo dopo la sospensione nel periodo Covid.

Come USB abbiamo preso visione del testo circolante, il quale come già riportato nelle prime righe dello stesso non è un contratto di secondo livello e quindi non porterà ad aumenti economici o premi di risultato; dei quali invece si dovrebbe non solo discutere, ma avviare un reale percorso che porti ad un salario equo e dignitoso per la delicata mansione svolta dai lavoratori del Trasporto Pubblico Locale, troppe volte elogiati a parole ma dimenticati dai fatti. Necessità elusa di proposito in tale ipotesi di accordo, con la classica frase “non ci sono soldi per via della crisi”; enunciazione di moda sin dal 2008 e via via adeguatasi alle varie situazioni.

Detto questo dall’ipotesi di accordo si evince in modo netto come la reintroduzione della bigliettazione a bordo sia solo la scusa, ma il fine sia ben diverso; infatti l’unico punto in cui si parla di bigliettazione è il 3, quello riguardante il servizio Extraurbano dove fermo restando il recupero da parte dell’azienda di 13 minuti (certi) di tempi accessori (ben oltre i 5 minuti previsti dal CCNL nei casi di aziende che non raggiungano l’orario contrattualmente stabilito, caso non di certo riguardante Trentino Trasporti) viene riconosciuta un’indennità variabile lorda, di 70 centesimi a biglietto emesso e 10 minuti al mese per il versamento degli incassi. Quindi non solo i lavoratori perdono pezzi dei tempi accessori, ma neanche vi è traccia di misure atte alla tutela della salute del personale durante l’effettuazione della bigliettazione.

Ma il Servizio Extraurbano non è il solo settore, infatti nell’ipotesi di accordo si intende normare (punto 3) anche l’indennità di agente unico del Servizio Urbano, ovvero i 24 minuti, gli stessi già oggetto di disdetta unilaterale da parte dell’azienda del 2014, avverso cui USB ha promosso una causa risultando vincitore con sentenza della corte di appello di Trento e che ora vede la stessa approdata in cassazione, dalla quale si attende la sentenza definitiva.

Nell’ipotesi di accordo si eliminano i 24 minuti trasformandoli in 14 minuti come tempo di trasferimento (già riconosciuto dalla legge in misura del 50% dell’effettivo tempo impiegato, confermato anche da parte della corte di appello di Trento con sentenza definitiva); 10 minuti come tempo per i trasferimenti in guida verso i capolinea (tempo già dovuto al 100% della retribuzione essendo tempo di lavoro a tutti gli effetti) ed infine concedendo al personale 8 minuti per le mansioni di controllo, interazione con l’utenza e vendita titoli di viaggio (come se solo 8 minuti fosse il tempo con cui ci si relaziona con l’utenza), il tutto senza un effettivo riconoscimento della mansione di agente unico e senza un effettivo miglioramento delle condizioni del personale viaggiante.

Concludendo ci si trova innanzi all’ennesimo accordo che non solo riduce tempi e diritti dei lavoratori, ma altresì mira a risolvere per vie alternative le cause attualmente interessanti l’azienda e mirate alla tutela dei lavoratori, altresì facendo perdere ulteriormente tempi e diritti agli stessi senza nulla riconoscere in cambio, senza nessuna tutela per la sicurezza sanitaria e senza alcun aumento economico.

Settore Trasporti

Loading

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.