Sciopero generale il 29 novembre 2019

Una drammatica vicenda si sta svolgendo a Taranto: la privatizzazione degli impianti della più grande acciaieria europea ha consentito al capitale privato italiano di consumarla fino all’ultimo bullone, alla multinazionale ArcelorMittal di fare un deserto del sistema produttivo della città lasciandola con tutte le sue ferite aperte. Si ripete la trafila dell’Alitalia e di tutta la grottesca storia delle privatizzazioni in Italia, con gravissime responsabilità in tutti i casi di CGILCISLUIL che hanno parlato la stessa voce degli imprenditori incapaci e delle multinazionali di rapina.

Le lavoratrici e i lavoratori della scuola del Trentino partecipano allo sciopero perché sanno che

debbono difendere con tutte le forze la scuola pubblica dai processi di privatizzazione;

i peggiori criteri aziendali stanno rovinando la scuola e vanno rifiutati;

tutti i servizi devono tornare pubblici soprattutto quelli educativi e di pulizia ;

devono aumentare gli organici sia docenti e ATA;

il precariato è diventato strutturale, i concorsi in cantiere sono macchinosi e coprono a mala pena il turn-over; il precariato deve essere assorbito velocemente;

l’abolizione del valore legale del titolo di studio sarebbe la fine della scuola pubblica, non va toccato.

I partiti al governo provinciale avevano annunciato il superamento della “Buona Scuola” renziana, invece conservano l’alternanza scuola lavoro (ASL), il cui impegno orario è stato dimezzato a livello nazionale, mentre in provincia di Trento cambia nome ma conserva un monte ore imponente. Per noi l’ASL non è nè scuola e neppure lavoro, ma addestramento a prestazioni servili non pagate e senza diritti. Stravolge l’organizzazione della didattica e deforma la valutazione dei percorsi formativi e l’esame di stato, in un processo generale di dequalificazione della scuola. L’ASL va abolita e basta!

La politica dei bonus, delle mance come il bonus per il merito va a premiare il conformismo più piatto alla catena del comando e distrugge il profilo collaborativo e di interazione fra le figure professionali. Nessuna risorsa va più dispersa in rivoli inutili e dannosi, basta bonus. Noi chiediamo

un aumento uguale per tutti per compensare le perdite di un decennio di ritirate e di aumento di carichi di lavoro e responsabilità, 200 euro mensili coprirebbero solo la perdita di potere d’acquista dell’ultimo decennio;

e invitiamo a vigilare: gli atti di indirizzo del datore di lavoro pubblico, già digeriti da CGIL CISLUIL, indicano nelle progressioni economiche orizzontali il punto di attacco. Già nel contratto provinciale di educatori, docenti delle scuole dell’infanzia e dei CFP sono stati introdotti elementi di corrosione, la progressione stipendiale di anzianità non va toccata;

esigiamo che la democrazia sindacale entri nelle scuole e si organizzino le elezioni delle Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU).

In molti lavoratrici e lavoratori dell’USB saremo A TARANTO

il 29 novembre, solidali con quella città per incamminarci con loro verso un risveglio di dignità e consapevolezza di tutto il paese!

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