Quorum Zero e democrazia.

Nel dare conto della discussione avvenuta alla presentazione in Commissione statuto del comune di Trento sono state riportate, con le relative controdeduzioni, solo le posizioni che all’interno della Commissione facevano emergere una certa allergia all’introduzione di questi strumenti nei regolamenti comunali.
Nel resoconto purtroppo, e ce ne scusiamo pubblicamente, è rimasta esclusa l’unica voce della Commissione, quella della consigliera Giovanna Giugni. Un errore grave (anche se involontario) in quanto si voleva riportare le amenità dei contrari, le loro contraddizioni e le banalità delle argomentazioni usate per bocciare, nella sostanza la proposta del quorum zero. (leggi il resoconto completo dell’incontro)
Infatti, la consigliera Giovanna Giugni nei suoi interventi non solo ha ribadito il suo pieno appoggio alla proposta di eliminazione del quorum nei referendum abrogativi, consultivi e propositivi, del comune di Trento ma si è anche detta contraria all’aumento del numero di firme necessarie per indire un referendum a livello comunale, come proposto dai rappresentanti del PDL e da molti dei consiglieri presenti.
Giugni ha anche auspicato che il consiglio si faccia carico di dare attuazione a quelli forme di democrazia diretta, come la revoca degli eletti nella convinzione che gli strumenti di democrazia diretta possono divenire incentivo per migliorarsi.
Per questo sono per dare atto alla consigliera Giugni, nota anche per le sue battaglie contro i privilegi dei consiglieri regionali, di essere stata coerente con le sue posizioni più volte espresse a livello pubblico e quindi sostenere nel dibattito, mi auguro assieme ad altri consiglieri, le ragioni del comitato quorum zero.
Sono convinto che l’introduzione di istituti di partecipazione popolare come quelli proposti dal comitato quorum zero oltre a restituire ai cittadini la sovranità, in tutte le sue articolazioni, previste dalla Costituzione fungeranno da vero pungolo per gli amministratori per essere più vicini ai problemi reali che i cittadini vivono tutti giorni e spesso in modo drammatico come quello della mancanza di case e del costo dei servizi che continuano ad aumentare o come nel caso dei trasporti urbani si vedono ridurre le corse.
Purtroppo in questa situazione di marasma sociale il potere, anche attraverso gli strumenti di “controllo” tenta, spesso con forzature strumentali, di bloccare ogni possibile pronunciamento dei cittadini su questioni importanti dal punto di vista sociale e morale della politica e della pubblica amministrazione.
Basta guardare il referendum consto i privilegi dei consiglieri regionali per il quale sono state raccolte oltre 40.000 firme (rispetto alle 25.000 previste) cassato dall’organo di vigilanza adducendo interpretavi fra “anno solare” e “anno legale” con il risultato di bloccare il voto popolare.
In Consiglio provinciale la proposta di quorum zero non trova ancora cittadinanza ed è ferma nei cassetti della presidenza mentre sul Comune di Trento abbiamo già detto.
Per questo diventa indispensabile unire le forze, politiche, sindacali, studenti, pensionati, movimenti, comitati per l’acqua, referendari, quorum zero, ambientalisti, comitati locali, pacifisti, singole persone ecc per creare un fronte unico di opposizione alle logiche del liberismo e della privatizzazione dei beni comuni, del sapere, dei diritti, dello stato sociale e, come oggi denuncia anche Luigi Casanova, delle nostre montagne.
Dividerci o far valere singole particolarità rischia di trasformarsi in un regalo insperato per quanti vogliono continuare con l’agenda Monti a livello nazionale e con l’agenda Dellai a livello locale e quindi continuare a scaricare sui lavoratori e sui cittadini più deboli il costo della crisi economica.
Ezio Casagranda

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