Pareggio di bilancio in Costituzione: una misura mostruosa
Pubblichiamo un articolo di Giorgio Cremaschi, presidente del Comitato Centrale della Fiom sulla proposta del governo di inserire il pareggio di bilancio in Costituzione.
La redazione
E’ incredibile come per la devastazione culturale, politica e sociale operata da Berlusconi e dal suo governo e per la preponderanza ideologica delle banche e della finanza, possano passare come normali misure istituzionali con un effetto sociale terribile.
La decisione del governo di proporre una modifica della Costituzione, che imponga dal 2014 il pareggio di bilancio come vincolo statutario, è una mostruosità sociale, economica e giuridica.
Nessun’azienda, nessuna famiglia, nessuna persona potrebbe vincolarsi a un principio di questo tipo. Ovviamente tutte le grandi aziende sono totalmente estranee ad esso. Pensiamo alla Fiat, che avrebbe già chiuso dieci anni fa. Com’è ovvio nella vita, così come nei mercati, possono esserci momenti di buona e momenti cattivi. Nei primi si cerca di guadagnare, nei secondi si perde e si fanno anche debiti. Imporre come vincolo costituzionale alla spesa pubblica di essere sempre in pareggio, anche magari nei momenti recessivi come l’attuale, significa imporre un vincolo tagliola che impedirebbe qualsiasi reale scelta democratica. E che, soprattutto, contraddirebbe tutta la prima parte della Costituzione, che pone vincoli sociali e civili ben prima di quelli economici e di bilancio. (…)
E’ evidente che l’amministrazione dello stato non può essere quella attuale e che vanno combattuti i privilegi di casta, le ruberie, l’evasione fiscale. Questo ovviamente andrebbe fatto comunque, ma la società italiana ha bisogno oggi di ingenti investimenti nella formazione, nella sanità, nei servizi, nel risanamento ambientale. Chi li paga? Come si supera la contraddizione per cui da un lato si taglia e dall’altro ci si lamenta perché non c’è più la crescita?
Una volta almeno si sosteneva che i grandi investimenti avrebbero potuto essere finanziate in deficit. Con una norma costituzionale così restrittiva, non si potrebbe più fare nulla per una quindicina di anni, secondo il patto di stabilità europeo. E’ una logica da strozzinaggio stupida, in cui il creditore finisce per ammazzare il debitore e per rimetterci anch’esso. E’ la logica delle banche e della speculazione in tutto il mondo, che è diventata padrona delle scelte dell’Europa, e che viene fatta propria, da tutti i governi di destra e purtroppo anche dai pochi residui di sinistra.
Il bilancio in pareggio nella Costituzione è una norma tanto mostruosa quanto stupida, che renderà eversiva ogni richiesta di cambiamento sociale. Per fortuna il percorso costituzionale non è breve, anche se quei mercati che chiedono di essere rassicurati preferirebbero un colpo di stato che lo imponesse subito. Per fortuna anche la distruzione della Costituzione richiede ancora un percorso costituzionale. Abbiamo due anni di tempo, mobilitiamoci per fermare questo obbrobrio.
Giorgio Cremaschi
8 settembre 2011
Ieri il governo ha approvato il decreto che introduce nella nostra Costituzione la «regola d’oro», dettata dalle Banche, dalla Merkel e da Sarkozy, sul pareggio di bilancio che di fatto imprigiona il nostro paese alle logiche liberiste Un pesante attacco alla Costituzione portato avanti dai poteri forti europei ed internazionali per favorire la speculazione e smantellare lo stato sociale.
La progressività sociale sancita dalla nostra costituzione sarà così subordinata al volere dei banchieri di Bruxelles che pretendono di vincolare le scelte politiche alla logica dei bilanci.
Dopo l’articolo 8, con il pareggio di bilancio in Costituzione tutti, in parlamento e fuori, devono fare una scelta di campo chiara e precisa.
In parlamento mettere in atto l’ostruzionismo e nel paese continuare la lotta iniziata con lo sciopero del 6 settembre.