NOT:Quello che la stampa non dice

Il Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa ha terremotato l’appalto del NOT (nuovo ospedale di Trento) escludendo dalla gara due delle quattro concorrenti ( Impregilo che CMB) e dichiarando illegittima la commissione esaminatrice.
Quello del Not è il più grande appalto pubblico mai realizzato in Provincia di Trento e la cifra di aggiudicazione ha raggiunto 1,8 miliardi di euro (poco meno di 3600 miliardi delle vecchie lire) pari ad un terzo del bilancio provinciale.
Bisognerà leggere le motivazioni della sentenza ma pare evidente che l’azzeramento della commissione aggiudicatrice e la estromissione dalla gara di Impregilo e CMB trovano motivazione in alcuni elementi che avevamo sollevato come Rifondazione Comunista all’atto della nostra solitaria denuncia sulle irregolarità dell’appalto. In particolare rilevavamo che, sulla base di quanto dichiarato dalla Provincia stessa, con un proprio comunicato, i membri della commissione avevano preso parte alla predisposizione del progetto e/o di parti di questo, contravvenendo ad una specifica norma nel codice per gli appalti che lo vieta espressamente. In secondo luogo facevamo presente che ai lavori della commissione partecipava anche l’ing. Comoretto, che e stato il responsabile nazionale del project financing per Impregilo, la società che ha vinto l’appalto e che il Tar ha estromesso dalla gara. Infine rilevavamo come fosse stato predisposto un appalto nel cui bando era contenuto un “trucchetto” che ha permesso ad Impregilo (ma dello stesso tipo è anche la offerta di CMB) di aggiudicarsi la totalità del punteggio disponibile (70 punti) sulla qualità dl progetto pur sforando il limite massimo del canone di disponibilità fissato in appalto. E ricordavamo che questa situazione se si fosse verificata in appalti analoghi in Italia avrebbe provocato la estromissione dell’ offerta.
Accanto a questo rilevavamo che la stessa scelta di attribuire alla qualità tecnico progettuale 70 dei cento punti disponibili per la aggiudicazione dell’appalto, era una scelta in contraddizione con i dichiarata che proponevano il project financing come modo più economico per la realizzazione dell’ ospedale, in quanto con questo sistema il costo dell’opera era considerato fortemente in secondo piano rispetto alla qualità tecnico progettuale della stessa, ponendo in primo piano invece un elemento fortemente discrezionale come il giudizio sulla qualità del progetto.
Se a ciò aggiungiamo la oggettiva debolezza della Commissione aggiudicatrice, composta da soggetti che mai avevano partecipato ad una gara di appalto di questa dimensione, e i grandissimi dubbi (per noi assolute certezze) sulla procedura del project financing rivelatasi sul piano nazionale portatrice di malaffare e corruzione quanto l’appalto in concessione nell’era di tangentopoli, la proposta che allora avanzammo di annullare l’appalto pare quasi profetica.
Su questa ipotesi l’allora Assessore Provinciale alla Sanità oggi Presidente della Giunta Provinciale Ugo Rossi dichiarò cose non vere in sede di consiglio provinciale, e preannuncio pericolosi ricorsi se la Provincia avesse adottato tale decisione (che peraltro Egli riteneva sbagliata, perché i motivi della nostra opposizione, fatta propria in quella occasione anche da alcuni consiglieri della minoranza, erano da ritenersi non solo ininfluenti e sbagliati ma prodotti da elementi ideologici e di pura opposizione politica immotivata).
Il bando di concorso invece prevede espressamente che nessuna conseguenza potrà avere la Provincia quando o per indisponibilità economica per motivi di forza maggiore decidesse di annullare la gara. Non solo sempre il bando permette in questo caso alla Provincia di acquisire il progetto giudicato migliore alla cifra di 900 mila euro e di riappaltare in fase successiva i lavori con modalità differenti da quelle del project financing.
Dopo aver difeso la commissione aggiudicatrice anche in presenza di evidenti irregolarità, dopo aver portato la Provincia davanti al TAR ed esserne uscita con le ossa rotte, oggi il neo presidente continua nel suo tentativo politicamente ed anche economicamente pericolosissimo per la nostra collettività di coprire le malefatte di un appalto che è stato fatto e gestito in modo dilettantesco quando non in aperta collusione con almeno uno dei concorrenti.
In altro modo non si spiega la proposta di ricostruzione della commissione aggiudicatrice e dell’aggiudicazione della gara ad uno dei due concorrenti rimasti (Mantovani e Pizzarotti) che compare oggi sui giornali formulata da Rossi e pare condivisa dalla neo assessore alla Sanità Donata Borgonovo Rè. Non serve essere iscritti ad un dottorato in giurisprudenza per capir che una simile scelta porterebbe ad un contenzioso giuridico in Consiglio di Stato che durerebbe una decina di anni e che vedrebbe come prima scelta quella della sospensiva dell’appalto in attesa di sentenza definitiva, in altre parole il nuovo ospedale vedrebbe la luce fra una quindicina di anni, forse.
Non solo. In questo modo resterebbe confermata la scelta del project financing, ovvero di uno strumento quantomeno pericolosissimo come strumento dell’appalto e della gestione.
Ed ancora come non ricordare che proprio per situazioni legate alla sanità ed al project financing, tutti gli amministratori di Mantovani, una delle due ditte rimaste in gara, sono attualmente in galera o agli arresti domiciliari a Venezia, coinvolti in una inchiesta nella quale uno dei filoni investigativi ha trovato connessioni fra una delle società di Mantovani e Cosa Nostra.
C’è davvero da sperare quindi che la politica predomini sulla testardaggine e sulla arroganza e che la scelta di annullare l’appalto sia presa subito dalla Giunta Provinciale. E che poi si proceda ad appaltare i lavori a seconda delle loro tipologie evitando di ricorrere di nuovo al project financing. Fra l’altro questo modo di procedere favorirebbe davvero le imprese locali ed il lavoro sul territorio.
A margine, ma non di minore importanza, c’è da riflettere innanzitutto sulla qualità di un Presidente della Giunta che ha fatto di tutto per spostare fuori dalle elezioni provinciali la sentenza del TRGA, a cominciare dalla non aggiudicazione definitiva dell’appalto a Impregilo, atto che ha reso impossibile al TRGA emettere la sospensiva. Un Presidente che invece di rivendicare con forza la correttezza dell’appalto come presupposto di buon governo, lasciando agli organi competenti la valutazione sui fatti e gli accadimenti, ha preferito spendersi in difesa sia di Impregilo che della Commissione aggiudicatrice anche in presenza di elementi di dubbio così forti che hanno portato alla sentenza del TRGA. Un Presidente che ha sbeffeggiato quei consiglieri della maggioranza che chiedevano minor furore nel difendere l’operato della commissione e la vittoria di Impregilo e che ora spera che nessuno gli chieda il conto del suo cattivo operato.
Ed infine c’è da augurasi che quei dirigenti provinciale che hanno fatto parte della commissione ed operato in maniera, come dicevamo, almeno dilettantesca, vengano sollevati dal loro incarico e sostituiti. Non hanno infatti più alcuna credibilità dopo quanto è accaduto.
Per parte nostra nei prossimi giorni riconsegneremo alla magistratura ordinaria sia il nostro documento di denuncia che altre evenienze che sono venute alla luce nel confronto sul NOT, a cominciare dal ruolo assai poco trasparente tenuto da alcuni soggetti vicini al potere ed ai potenti di questa Provincia, perché si verifichi se oltre alle gravissime irregolarità non ci siano, come noi crediamo, fatti di rilevanza penale.

Elio Bonfanti

Loading

2 commenti

  • antonio

    Bisognerebbe avere la forza politica per un referendum tra la popolazione per capire quanto questo ospedale è nelle esigenze della gente o nelle esigenze della speculazione affaristico-politica.
    antonio

  • Guido

    La stampa…. venduta! ieri hanno fatto intervenire pure il direttore dell’azienda sanitaria come se fosse un politico.
    Certo la bocciatura è una tappa importante che dovrebbe dar modo ad un amministratore, libero da Dellai, di evitare esperienze finanziarie come quella catastrofica per la realizzazione dell’ospedale di Mestre.
    Ma Rossi è subito corso in soccorso dei soliti noti confermando la volontà di proseguire sulla vecchia strada, del resto la cambiale a Dellai và pagata.
    Oggi sarebbe utile e necessario intervenire (di prepotenza) sulla stampa locale e-o nazionale oppure altre forme come costruire un libro bianco che porti a conoscenza della popolazione trentina, cosa c’è dietro alla costruzione dell’opera.
    Io ci sarò.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.