Sanita’ trentina: alta qualita’ e bassi salari
Abbiamo letto sulla stampa che l’ospedale Santa Chiara di Trento ha ottenuto per la quarta volta l’accreditamento Joint Commission International (Jci).
Siamo felici di questo importante risultato che conferma la qualità del servizio sanitario in quel di Trento ma da anime critiche che siamo ci sorgono alcune considerazioni.
La prima riguarda il NOT (nuovo ospedale di Trento) e da semplici cittadini ci chiediamo: se l’ospedale ha ricevuto per il quarto anno consecutivo il premio di qualità (Jci) a che serve fare un nuovo ospedale spedendo centinaia di milioni di euro, e con esso delegare ai privati la gestione di una parte importante della sanità trentina??
Perché la giunta provinciale insiste sul progetto NOT, che dovrebbe sostituire il S. Chiara e nel progressivo smantellamento degli ospedali periferici?
Forse perché il NOT risponde più a logiche privatistiche e speculative che al miglioramento della sanità intesa come diritto universale e spalmato sul territorio.
La seconda riguarda le dichiarazioni dell’Azienda Sanitaria quando sostiene che il risultato raggiunto è il frutto di un “… impegno costante di tutto il personale nel miglioramento della qualità delle cure e della sicurezza dei pazienti e il forte lavoro di squadra di tutte le unità operative e servizi coinvolti..”.
Ma come accade spesso, alle parole non seguono i fatti. Per questo APSS, Assessore e Presidente volutamente dimenticano che quel lavoro di squadra andrebbe premiato con i dovuti riconoscimenti professionali e salariali.
Mi riferisco al personale medico, infermieristico, OS, delle pulizie, della ristorazione manutenzione che con il loro impegno hanno contribuito al risultato di cui oggi la direzione Apss e la giunta politica provinciale ne vantano i risultati.
Purtroppo dobbiamo registrare che i contratti e quindi i salari sono fermi da anni, e per il personale delle pulizie e della ristorazione la retribuzione è addirittura diminuita. Infatti nell’ultimo appalto l’azienda subentrante ha cancellato il premio annuo (circa 500 euro per i full time) e la maggiorazione per il lavoro domenicale festivo, il diritto ad effettuare 3 settimane di ferie nel periodo estivo, ha diminuito il personale e aumentato i carichi di lavoro.
Per questo chiediamo ai responsabili di attivarsi affinché i giusti riconoscimenti fatti in occasione della consegna del premio (Jci) si traduca in atti concreti attraverso una politica contrattuale che sappia riconoscere anche economicamente l’impegno profuso dal personale, che direttamente o tramite appalto, opera all’interno delle unità ospedaliere trentine.
Basterebbe usare una minima parte del risparmio oggi stanziato per il NOT per riconoscere il dovuto ai lavoratori, cancellare gli odiati ticket sul pronto soccorso e evitare la lenta chiusura degli ospedali periferici.
Attendiamo, tranquillamente eventuali smentite o comunque di avere una qualche risposta da parte della politica ed in particolare del nuovo assessore alla sanità Zeni.
P USB Lavoro privato
Ezio Casagranda