Napolitano, Monti e Fornero: la troika contro l’articolo 18

A dicembre la Fornero piange lacrime di coccodrillo per la riforma delle pensioni che penalizza giovani ed anziani aumentando l’età pensionabile per tutti a 67 anni e ridicendo fortemente il valore della pensione erogata, A gennaio Monti dichiara che l’articolo 18 frena gli investimenti stranieri e oggi Napolitano rincara la dose entrando a gamba tesa nel confronto sul mercato del lavoro contro la Cgil e a sostegno delle posizioni di Monti. Infatti ha dichiarato a repubblica che “Occorre superare gli impedimenti agli investimenti stranieri” e che. “la riforma del mercato del lavoro va fatta in funzione di un accrescimento della produttività che, purtroppo in Italia, è stata stagnante”.
Napolitano dimentica che se la produttività in Italia è stagnante questo è dovuto esclusivamente alle imprese che anziché fare investimenti in ricerca, in innovazione e nel processo produttivo hanno preferito investire nella speculazione finanziaria e nei beni di lusso e voluttuari. E se non si fanno investimenti caro presidente la produttività cala anche se aumenta, come in questi anni è avvenuto, lo sfruttamento dei lavoratori ed il lavoro è stato reso sempre più servile a causa della crisi e della precarizzazione sociale.
Il lavoratori di Pomigliano, al quale Marchionne ha tolto anche il diritto di sciopero, ha una prestazione lavorativa con una saturazione molto più elevata del suo compagno tedesco sia come ritmi che come durata dell’orario settimanale.
Questo modello, sul quale in nostro presidente si è ben guardato da esprimere qualche riserva, anche se allargato a tutto il gruppo Fiat e all’indotto auto, non ha reso più competitiva la Fiat sul mercato dell’auto la quale continua a perdere terreno rispetto alle casa automobilistiche della Germania. Un paese dove i salari sono i più alti d’Europa e dove il sindacato tedesco ha appena contrattato un ulteriore aumento dei salari.
Quindi signor Napolitano se in Italia gli investimenti sono stagnanti la responsabilità va ricercata nelle banche che preferiscono investire i soldi ricevuti dalla BCE al tasso dell1% in BTP al 6/7% anziché fare credito alle imprese. La ricerca della Cgia di Mestre, denuncia che in questi ultimi mesi il credito alle imprese è diminuito del 2,2% con pensati ripercussioni sulla tenuta delle aziende.
Per questo dico che è ora di finirla che i rappresentanti delle Istituzioni continuino a dire bugie sulle responsabilità della crisi e del debito. Per questo ricordo a Napolitano che difendere l’articolo 18 è un atto di civiltà in quanto interviene quando viene violato un diritto e permette al lavoratore di difendere la sua dignità evitando che nelle fabbriche, sul modello Marchionne, si arrivi ad una specie di pulizia etnica per quei lavoratori che rivendica diritti e dignità.
L’unica riforma del mercato del lavoro è quella di definire un sistema universale di ammortizzatori sociali, ridurre il precariato e affrontare il problema dei bassi salari attraverso la riforma fiscale che imponga la patrimoniale e riduca l’irpef sul lavoro.
Napolitano, come la troika europea, dimentica volutamente che in questi ultimi 20 anni l’aumento della flessibilità e della precarietà hanno portato la disoccupazione giovanile a livelli record. Un giovane du tre è disoccupato e sono oltre 2,5 milioni i lavoratori over 40 anni che non trovano occupazione in quanto ritenuti VECCHI per lavorare.
Dico al presidente Napolitano che la sua intervento a gamba tesa, non è mitigato dalle sue precisazioni di “Non voglio interferire”, in quanto sono esse stesse offensive della nostra intelligenza e quindi doppiamente gravi.
Molti di noi sabato 18 febbraio saranno in piazza con la FIOM per la difesa delle democrazia, contro le manomissioni dell’articolo 18, per l’allargamento degli ammortizzatori sociali e per un salario dignitoso ed un reddito di cittadinanza ma io sarò in piazza anche contro le esternazioni di Napolitano che, con Monti, ci propone la via Greca.

Ezio Casagranda

 

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