Monti: vuole svendere l’Italia…

Monti vuole svendere l’Italia, il suo patrimonio culturale e privatizzare i servizi pubblici.
Nel suo ultimo consiglio dei Ministri, prima della pausa estiva, Monti ha avviato la dismissioni del patrimonio immobiliare pubblico. (Ex caserme, palazzi di pregio e castelli, uffici pubblici, ospedali, ecc) per fare cassa e quindi anticipare quelle che potrebbero essere le richieste della Troika ( BCE, FMI e UE) in caso di richiesta di intervento contro lo spread.
Un professore che anziché combattere la speculazione si appresta a vendere il patrimonio dello Stato per saziare, momentaneamente i famelici mercati. Che poi sono le stesse banche che abbiamo salvato negli anni scorsi suon di miliardi di euro.
Monti, non contento di aver aumentato le tasse (esclusi i grandi patrimoni), tagliato la spesa sociale, le pensioni, i diritti dei lavoratori e fatto votare il pareggio di bilancio oggi si appresta ad dare applicazione al famigerato fiscal compact – 45 miliardi di tagli all’anno – attraverso un piano di svendite e di privatizzazioni, dagli immobili alle aziende municipalizzate.
Il tentativo di cancellare il referendum sull’acqua e sui servizi pubblici del giugno 2011 è l’ennesima dimostrazione che il governo Monti è tutto meno che un governo tecnico. E’ un governo di destra la cui politica economica fa riferimento alla shock economy teorizzata dall’economista Friedman che fu consulente di Pinochet dopo il colpo di stato del 1973.
Un anno fa la stragrande maggioranza dei cittadini italiani si è espressa sul mantenimento dei servizi pubblici in capo ad aziende pubbliche: questo è il senso indiscutibile e chiaro del referendum sull’acqua.
Ma il nostro Monti, con l’avvallo del presidente della Repubblica si appresta alla svendita ai privati dei servizi pubblici, acqua compresa, anche se la Corte Costituzionale ha detto chiaramente che tutti, dai comuni al Governo, devono rispettare il pronunciamento del popolo italiano avvenuto con il referendum sull’acqua.
Davanti a questo sfregio, messo in atto dal governo nei confronti del pronunciamento popolare, appare ancora più inconcepibile l’atteggiamento del presidente Napolitano il quale nel mentre giustifica i 34 voti di fiducia (in 8 mesi) tace sullo svuotamento del voto popolare da parte del governo Monti e molti Comuni a guida PD.
Molti economisti sostengono che la svendita del patrimonio immobiliare pubblico e la privatizzazione dei servizi non avrà alcun effetto benefico e non farà uscire il paese dalla crisi economica ma servirà solo a far quadrare i bilanci di molti istituti di credito e dei fondi speculativi che a parole si dice di combattere.
Monti infatti continua, con il sostegno del PD, ad applicare i dettati liberisti della BCE dell’agosto la cui politica, dopo aver provocato la crisi a partire dai mutui subprime statunitensi vuole continuare a fare profitti sulle macerie dello stato sociale.
Le politiche di Monti e della BCE richiedono una scelta di campo e risposte chiare e precise in quanto queste politiche non sono riformabili e quindi devono essere contrastate alla radice.
Altre scelte politiche che mirano alla mitigazione delle politiche liberiste avranno il solo risultato di far arretrare ulteriormente le condizioni di vita di milioni di lavoratori e di coloro che fin qui “hanno vissuto sopra le loro possibilità”, come dice il presidente Monti.

Ezio Casagranda

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