L’acqua e i servizi devono essere pubblici
Il Comitato Trentino per il sì ai referendum sull’acqua pubblica dopo la grande vittoria del SI nel referendum del 12 e 13 giugno ritiene importante continuare la battaglia affinché il servizio idrico e gli altri servizi pubblici locali siano erogati anche in Trentino attraverso forme di gestione sostanzialmente e non solo formalmente pubbliche: e perciò esclusivamente attraverso le gestioni comunali dirette associate all’interno delle Comunità di Valle oppure attraverso le aziende speciali di valle o gli enti di diritto pubblico (i consorzi tra i Comuni).
Quanto sta avvenendo in questa Provincia ad esempio sui temi dell’acqua e dei rifiuti (vedi gli orientamenti dei Comuni di Trento e Rovereto) va invece in senso manifestamente contrario alle indicazioni politiche emerse dalla consultazione referendaria.
Affidare infatti la gestione del servizio idrico o dello smaltimento dei rifiuti a società per azioni miste a prevalente capitale pubblico (per es. Dolomiti Energia) o anche a società per azioni a totale capitale pubblico (per es. la nuova SpA verso cui spinge il governo provinciale) costituisce una grave conferma della volontà di privatizzare a tutti i costi l’ambito dei servizi pubblici locali. Invece di resistere alle pressioni dei Governi nazionali – come fa in altri casi, quando lo trova conveniente – la Provincia di Trento cede alla nuova ondata di privatizzazioni che nel paese vuole sovvertire il risultato del referendum, non difende le gestioni comunali in economia (che pure sono più dell’88% e servono il 55% dei residenti), fa finta di ignorare che anche le nuove SpA di totale proprietà pubblica – al di là delle apparenze – sono soggetti di natura privata tenuti ad operare sul mercato per conseguire profitti e comunque vanno ad integrare un sistema di gestione non trasparente, non controllabile, clientelare, che ha soffocato e inquinato profondamente tutto il meccanismo dell’amministrazione dei servizi pubblici.
Per queste ragioni, tra l’altro, il Comitato con la lettera in allegato respinge l’invito a discutere una delle tante iniziative che in Provincia vanno verso la negazione del risultato del referendum del giugno 2011: si tratta nel caso particolare del disegno di legge n°219/2011 presentato da parte del PDL, che risulta fortemente peggiorativo della normativa provinciale vigente e contiene affermazioni per noi inaccettabili sul senso del percorso referendario.
Il Comitato Trentino per il sì ai referendum sull’acqua pubblica.
Francesca Caprini, Gianfranco Poliandri, Stefano Bleggi, Francesco Porta, Ezio Casagranda