La politica Conferma di essere una casta

vitalizi5Oggi, dopo tre mesi di proteste e un presidio permanente ogni mercoledì, è iniziata la discussione sul disegno di legge che dovrebbe “abolire” i vitalizi ed i privilegi dei consiglieri della regione Trentino Alto Adige.
Usiamo “abolire” come eufemismo in quanto la proposta della giunta regionale non è finalizzata a porre fine a questo scansalo dei vitalizi ma solo di limitare i danni rispetto ad una protesta popolare che non accenna a placarsi.
Oggi sono scesi in piazza, seppur con tre mesi di ritardo anche le confederazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil di Trento e Bolzano, per dire che questo scandalo non è più tollerabile.
Come sindacati di base avevamo valutato positivamente il fatto che chi ieri sosteneva “che non serve manifestare”, oggi sia sceso in piazza a protestare contro i vitalizi. Purtroppo abbiano dovuto constatare che la loro non era una manifestazione aperta ma chiusa in quanto la piazza era “inagibile” per i sindacati di base.
Oggi purtroppo la democrazia ha vissuto un’altra giornata nera a seguito della decisione della casta di “secretare” la seduta del consiglio impedendo così l’accesso al pubblico. Una scelta che appare come l’ennesima dimostrazione che questi politici, salvo qualche rara eccezione, si sentono proprio una casta, un specie di corpo estraneo alla società le cui regole non devono essere oggetto di contestazioni da parte dei cittadini.
Le motivazioni adottate sembrano essere quelle di “ordine pubblico” e questo è un’ulteriore offesa nei confronti di quei cittadini che vogliono assistere alla discussione e così poter valutare i singoli consiglieri e le loro coerenza fra le dichiarazioni pubbliche ed i comportamenti in aula.
Se poi si pensa che questa mattina diversi consiglieri hanno partecipato alla conferenza sulla democrazia diretta abbiamo tante ragioni per sentirci, come cittadini, presi letteralmente per i fondelli.
Come sindacati di base intendiamo ribadire che i politici non sono persone diverse dalle altre e che fare politica non deve essere l’affare della vita ma un periodo di servizio prestato alla collettività.
Quindi le regole pensionistiche devono essere quelle INPS applicate a tutti i lavoratori e quindi non servono escamotage ma una semplice regola: “I trattamenti pensionistici dei consiglieri sono regolati dalle norme in essere presso l’INPS”.
Altre strade sono ricercate solo per individuare la scorciatoia che possa aggirare il problema e mantenere, salvo qualche limatura, i privilegi acquisiti.
Noi, unitamente al comitato “aiutiamoli a cambiare” continueremmo con la nostra denuncia e anche domani siamo davanti al consiglio per dire che la politica deve essere sinonimo di servizio, partecipazione e trasparenza e non occasione per arricchirsi.

USB – SBM – Slai Cobas

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2 commenti

  • Luciano Lorandi

    Condivido con Ezio,oggi è stata una giornata “nerissima”per la democrazia,per l’intelligenza e uno “spot” gratuito alla discriminazione,alla insensibilità di persone che si sentono e in tal modo lo sono pure loro “casta”!Ed è così perchè questo “accanimento” è tipico di chi sa di poter disporre solo del “suo potere” ma non della “ragione”!!!!La ragione sta fra la gente semplice,che non pretende,casomai difende,la ragione sta “comunque” dalla parte degli ultimi,ma “ultimi” anche ad arrendersi!!!LA RAGIONE E’ DI CHI TI STA A FIANCO;NON DI CHI TI STA SOPRA!!!!
    luciano

  • antonio

    Il nostro limite è essere “servi” della democrazia. Da una parte denunciamo il disprezzo delle regole democratiche perpetrato quotidianamente da “chi” ne fa scempio, dall’altra ci adeguiamo alla loro obbedienza permettendo la oloro degenerazione e la perpetuazione dei comportamenti vergognosi e sprezzanti dei consiglieri che – stante il nostro immobilismo e stante l’assenza della gente trentina – se ne fanno un baffo della nostra protesta e della nostra generosa presenza davanti il consiglio regionale.
    Sicuramente avventurarsi in questa impresa ci ha permesso ancora una vo0lta di vedere quanto non solo quanto distante siano “loro” da “NOI”, MA ANCHE QUANTO (nonostante la propaganda dei giornali) LA GENTE TRENTINA SIA DISTANTE DALL’USCIRE DI CASA E VENIRE IN PIAZZA A PROTESTARE.
    Continuare la protesta è encomiabile ma senza una “scossa” al palazzo, può diventare anche rituale e patetica.
    antonio

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