La lotta della Marangoni e la lotta di tutti noi!

marangoni2Abbiamo appreso dalla stampa locale che lunedì 10 febbraio 2014 il direttore ed il capo del personale della MARANGONI hanno partecipato all’assemblea sindacale della “triplice” per illustrare il piano industriale proposto dalla Direzione, che motiva la richiesta di riduzione del salario dei dipendenti, eufemisticamente chiamato “costo del lavoro”.
Riteniamo che la scelta fatta dai “confederali” di chiamare l’Azienda a spiegare il proprio piano sia l’ennesima dimostrazione della loro totale subalternità culturale a MARANGONI. Per noi il sindacato rappresenta gli interessi dei lavoratori (operai e impiegati) e quindi il suo compito è quello di sviluppare contrattazione per dare dignità e diritti ai rappresentati e non quello di concertare e di piegarsi ai voleri dell’impresa, nella logica della cd. “riduzione del danno” o del “danno minore”.
Non è casuale se, dopo una serie di incontri con l’assessore Olivi, non sia ancora chiara la posizione del governo provinciale e delle tre confederazione sull’impoverimento dei lavoratori MARANGONI. Non si accettano tagli ai salari, o aumenti dell’orario di lavoro a parità di retribuzione, né ora né mai e nessun rilancio dell’azienda è plausibile, se fatta sull’umiliazione dei lavoratori e delle lavoratrici.
Queste elementari verità sembrano non trovare cittadinanza nelle scelte che azienda, provincia e triplice si apprestano a realizzare e il peggioramento delle retribuzioni (“ultima ratio” l’ha definita OIivi) rimane ancora una scure pendente sopra la testa.
Dopo la grande manifestazione operaia del 31 gennaio scorso, anziché confusioni, sono necessarie iniziative pubbliche come un’assemblea cittadina, la riunione di tutti i delegati e le delegate sindacali della Vallagarina per organizzare azioni di solidarietà, la presentazione di ordini del giorno in Comune e nel consiglio provinciale, il coinvolgimento dei movimenti e della società civile sulla lotta per il diritto costituzionale ad un’equa retribuzione (art. 36 Cost.).
La battaglia dei lavoratori e delle lavoratrici MARANGONI, a prescindere dalle intenzioni della direzione aziendale, è e rimane un esempio per le altre realtà. Se MARANGONI riuscirà a piegare la resistenza delle maestranze contro la riduzione degli stipendi, aprirà la strada ad iniziative similari anche in altre aziende, avviando un effetto domino senza fine.
Per questo come USB e SBM, nel ribadire la vicinanza alla lotta di tutti i lavoratori e lavoratrici MARANGONI, indichiamo a CGIL-CISL-UIL di portare la battaglia fuori dai cancelli cella fabbrica, lanciando in primis un’assemblea pubblica in città per coinvolgere cittadini, movimenti e istituzioni in questa resistenza contro chi, in nome del profitto e nonostante i cospicui finanziamenti pubblici, sa solo proporre un restringimento di diritti ed un taglio salariale dentro una logica di peggioramento delle condizioni di lavoro in azienda.
Oggi difendere la retribuzione significa tutelare la Costituzione. La lotta dei dipendenti MARANGONI deve diventare la lotta di tutti i lavoratori e lavoratrici, e delle comunità dell’intera Vallagarina.
Chi lotta può anche perdere, ma chi non lotta ha già perso!
USB e SBM del Trentino

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