La Costituzione calpestata

Nei giorni scorsi il presidente Napolitano ha concesso la grazia al Sallustri, mentre Monti negli ultimi giorni del suo governo ha regalato ai Riva (Ilva) il diritto di poter continuare ad avvelenare lavoratori e cittadini di Taranto.
Due fatti che fanno a pugni con i dettati costituzionali e che sono l’ennesima dimostrazione come il presidente Napolitano si è trasformato in poco tempo da garante a rottamatore della Costituzione nei suoi aspetti più salienti.
Dalla rottamazione dell’articolo 11 (ripudio della guerra) attraverso le cosiddette “missioni di pace” come in Afganistan dove tutti dicono che siamo in guerra, alla forzatura costituzionale con il governo tecnico fino allo scioglimento delle camere avvenute a mezzo stampa anzichè in parlamento. Quel parlamento che 13 mesi fa fu sostanzialmente ridotto ad aula di supporter di Monti in nome della lotta allo spread.
La prima conseguenza di questo atto è l’annullamento dei due referendum sul lavoro per abrogare l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori e l’articolo 8 della manovra estiva di Berlusconi.
Napolitano concedendo la grazia a Sallustri non solo ha violato i principi costituzionali i quali prevedono che la grazia sia concessa per motivi umanitari e dopo aver scontato parte della pena, ma si è anche sostituito al parlamento incapace di approvare una legge ad “sallustrum”. Una scelta politica pericolosa che nei fatti apre un ulteriore conflitto con l’autonomia e l’indipendenza della magistratura dopo quello aperto con i giudici di Palermo.
Napolitano ha tranquillamente accettato che questo governo abbia sostituito alla pratica delle leggi ad “personam” di berlusconiana le leggi ad “aziendam” come nel caso dell’Ilva di Taranto dove il governo con un decreto (poi divenuto legge) specifico ha annullato le disposizioni del giudice Todisco sacrificando la salute dei cittadini di Taranto sull’altare del profitto.
Monti ha iniziato la sua personale campagna elettorale, in veste di presidente del consiglio, recandosi a Pomigliano magnificando quanto fatto dal suo governo e da Marchionne per l’occupazione e lo sviluppo. Gli operai ed i sindacati complici (cisl uil e ugl) hanno applaudito prima Monti che, con la scusa della crisi, ha portato la pensione a 67 anni, creato migliaia di esodati, portato la disoccupazione giovanile al 36% e cancellato l’articolo 18 e dopo quel Marchionne che gli ha costretti a rinunciare alla propria dignità per il lavoro.
In 13 mesi di governo tecnico la regressione politica e culturale ha fatto passi da gigante anche a causa dell’assenza di una vera alternativa. Purtroppo la sinistra sembra essere incapace di farsi carico della rabbia sociale per dare una prospettiva alternativa a quella che la troika ha riservato alla Grecia.
“Cambiare si può” può davvero aprire una nuova speranza di mettere in campo una vera alternativa al liberismo se saprà superare vecchie incrostazioni politicistiche e aggregare attorno ad un progetto economico alternativo con al centro il lavoro, la democrazia e i beni comuni tutte quelle realtà sociali che oggi si oppongono al montismo ed al berlusconismo.
Nonostante questo fine anno ci consegni una situazione nauseabonda non dobbiamo perdere la speranza nel cambiamento e la nostra volontà di essere parte attiva di una nuova politica fatta di partecipazione, democrazia ed equità.
Con questo impegno auguro a tutti/e buone feste ed un 2013 dove le lotte, le speranze ed i sogni delle persone semplici possano trovare soddisfazione.
Ezio Casagranda

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