La coop non sei tu. Storia di un soppruso

coopSiamo a Pelago, tra l’Appennino, Pratomagno e la Valdisieve; a circa 25 chilometri da Firenze. Siamo a Pelago e succede quello che ormai è troppo frequente: una donna della Coop viene licenziata perché non può sollevare pesi sopra gli 8 chili.
A dirmelo è Stefano Cecchi, responsabile della Federazione USB di Firenze, che a sua volta lo ha letto negli articoli di cronaca di Firenzepost.it. Una donna, una di noi… come la definiremmo noi: “una dipendente storica”. Un vecchio contratto part time firmato nel 1991, con qualche tutela in più. Addetta alla vendita presso il negozio del piccolo comune fiorentino.
Secondo quanto afferma l’avvocato Pier Luigi D’Antonio, M.M. è stata licenziata e lui, giustamente a mio avviso, ha impugnato il provvedimento. Il motivo? Non sarebbe più in grado di sollevare pesi superiori agli 8 chilogrammi.
La donna ha avuto un problema alla schiena causato – afferma il legale – con molta probabilità dall’attività lavorativa (è in corso un procedimento di riconoscimento di malattia professionale all’INAIL). Dopo un breve periodo di assenza dal lavoro, al suo rientro è stata sottoposta ad una visita dal medico aziendale, il quale ha certificato l’idoneità al lavoro con limitazioni.
Tali limitazioni sono state dettagliate dall’Azienda Sanitaria di Firenze che ha ritenuto la lavoratrice “idonea alla mansione di addetta alle vendite”, indicando che “non deve movimentare pesi superiori a 8 chilogrammi”. Le limitazioni, a giudizio dell’Azienda Sanitaria di Firenze, “non appaiono incompatibili con gli attuali compiti lavorativi svolti dalla lavoratrice”.
Il 25 agosto 2016, dopo un periodo di ferie forzate e aspettativa retribuita per più di un mese, la lavoratrice è stata licenziata per giustificato motivo oggettivo: “la tipologia e l’entità delle limitazioni accertate, hanno determinato il venir meno di ogni possibile apprezzabile interesse alle ridotte prestazioni lavorative”. La donna, assistita dall’avvocato D’Antonio, ha impugnato il licenziamento chiedendo la reintegrazione nel posto di lavoro.
Questa è la riforma del lavoro che ci spacciano come opportunità di ripresa. Il Jobs Actha dato mano libera ai datori di lavoro, compresa la “virtuosa” Coop, di disfarsi deilavoratori scomodi o poco produttivi. Tanto li sostituisci dal tabaccaio, basta acquistare un voucher…

Fonte:Contropiano.org

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