Inps: Boeri e la sentenza della Consulta

pensioniINPS : DAL CONTRATTO A TUTELE CRESCENTI ALLE PENSIONI A TUTELE DECRESCENTI
La sentenza della Consulta, che ha dichiarato incostituzionale il blocco della perequazione delle pensioni superiori a tre volte il minimo, (stiamo parlando di pensioni che superano i 1443 euro lordi mensili), dimostra come l’assedio alla spesa pensionistica, che governo e UE portano avanti, si concede vere e proprie incursioni con tagli parziali per ora, e solo per ora, agli assegni dei pensionati. Siamo alla rapina che si materializza oltre che con l’allungamento dell’età pensionabile, il calcolo contributivo, il sequestro del tfr, la tassazione superiore agli equivalenti redditi da lavoro, anche con la negazione della perequazione.
La spesa prevedibile, che può arrivare anche a 10 miliardi di euro per il rimborso di quanto dovuto per gli anni 2012 – 2013, a cui si aggiunge l’effetto trascinamento negli anni a seguire, può diventare la giustificazione per ulteriori manovre restrittive sulle pensioni. Basta ricordare che la sentenza era pronta per il 10 marzo 2015, è stata depositata il 30 aprile 2015, mentre nello stesso periodo il presidente Inps, Boeri, illustrava la sua teoria sul ricalcolo contributivo di tutte le pensioni in essere per poter tassare la differenza evidenziata con tale metodo rispetto al calcolo retributivo.
E’ IMPORTANTE VIGILARE E ORGANIZZARE LA RICHIESTA DEL RIMBORSO COME ELEMENTO DI MOBILITAZIONE PREVENTIVA CONTRO OPERAZIONI DI ULTERIORE TAGLIO E NEGAZIONE DI DIRITTI.
La mobilitazione dei pensionati deve essere al fianco dei dipendenti Inps impegnati in questi giorni contro l’arroganza della presidenza e la vergognosa campagna di informazione sulla pensione che maturerebbero i giovani spingendoli verso assicurazioni e fondi pensione. È importante la nostra solidarietà attiva costruita con mobilitazioni comuni su piattaforme unitarie.
Riprendiamoci L’INPS contro la gestione privatistica del duo Boeri/Garibaldi

USB PENSIONATI

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