Inizia il festival dell’ipocrisia numero 13

Il prossimo 31 maggio inizia la tredicesima fiera degli illusionisti dell’economia e della politica, Un festival dell’economia che, stando al titolo, tratta di lavoro (che manca) e di tecnologia (che sostituisce lavoro vivo) senza però affrontare il vero problema: La riduzione drastica dell’orario di lavoro a parità di salario per creare occupazione liberare tempo da dedicare ai bisogni, alla cultura ed al divertimento.
Non a caso Boeri, grande prestigiatore, parla di aumento dell’uso di ansiolitici a fronte dell’avanzare della tecnologia evitando accuratamente di affrontare la questione della tecnologia dal punto di vista del reddito, del salario e dei diritti.
Infatti questo festival, almeno stando alla sua presentazione, evita accuratamente il tema della redistribuzione della ricchezza, della sostenibilità di un sistema che punta solo sulla crescita del PIL, del cosa come e per chi produrre, e non tiene conto della questione ambientale e dell’invecchiamento della popolazione.
Insomma nessuna critica al capitalismo che oggi è causa dell’aumento delle disuguaglianze sociali, delle ondate migratorie, della cancellazione di ogni forma di stato sociale, della distruzione dei diritti sociali e politici.
Non si affronta il tema che nonostante le tecnologie continua lo strapotere delle multinazionali favorito dalle politiche di delocalizzazioni, dai trattati internazionali sul commercio e delle politiche liberiste che sono la principiale causa dell’aumento delle morti sul lavoro.
Ai sostenitori del festival ricordiamo, con un presidio di protesta, che i padroni in assenza di diritti e di regole a difesa del lavoratore utilizzano la tecnologia per aumentare la precarietà e sfruttamento. Infatti nonostante la tecnologia si assiste all’aumento dello sfruttamento del lavoro umano, della precarietà, dei bassi salari e della disoccupazione che sono causa di quella catena, che sembra inarrestabile, di omicidi sul lavoro.
Una vera e propria guerra scatenata da imprese e governi contro le lavoratrici e i lavoratori con il solo e unico obbiettivo di massimizzare i profitti.
Per questo parlare di lavoro e tecnologia senza affrontare il tema della riduzione dell’orario di lavoro, della liberazione del e dal lavoro, di uso della tecnologia per aumentare sicurezza ed occupazione di qualità, rischia di essere un esercizio inutile se non dannoso.
Ecco questo festival, come i precedenti, si guarda bene da svolgere una critica radicale al sistema neoliberista anzi, cerca di individuare gli accorgimenti per poter indirizzare a vantaggio delle imprese sia la scuola (vedi alternanza scuola lavoro) e le trasformazioni che la tecnologia sforna in continuazione provvedendo a cambiare la realtà e i meccanismi di produzione.
Quei meccanismi di produzione che considerano i lavoratori semplici variabili dipendenti dell’impresa e del mercato e quindi non ci sono più orari di lavoro, non serve più il luogo di lavoro e pertanto non esiste nemmeno più il salario rapportato allo spazio e al tempo in cui il lavoro si dipana.
Per denunciare questa ipocrisia del potere e delle Istituzioni provinciali USB organizza un presidio di protesta e di denuncia per giovedì 31 maggio 2018 ad ore 14,00 in piazza Dante in occasione dell’apertura del Festival.
Solo la lotta è il vero antidoto al pensiero unico che attraversa anche questo festival dell’ipocrisia.
Ezio Casagranda
USB Trentino

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