Governo e autonomia trentina

Pubblichiamo questa interessante riflessione di Giovanna Giugni sul tema dell’autonomia con particolare riferimento al mondo della scuola.
La Redazione.
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Credo che il Trentino avrà più ragioni di altri per guardare con attenzione e cautela al nuovo governo che sta per nascere.
Da molti anni ormai sento parlare di governi “amici o nemici dell’Autonomia”da parte di una classe dirigente che ha condiviso molte delle responsabilità del disastro italiano.
Il Trentino felix, ha sempre guardato con sufficienza le disgrazie del resto del Paese. E stranamente i Governi nazionali succedutisi nel tempo, pur di diverso colore politico, non hanno, forse volutamente, prestato sufficiente attenzione alle contraddizioni che in questa terra di confine venivano a crearsi.

In nome dell’Autonomia, totem tanto intangibile quanto travisato ed opportunisticamente pilotato, la nostra Provincia ha assistito ad un governo del territorio comunque osannato ed indicato come esempio da seguire. Il problema è che ad essere indicati come modello sia dai governi di Berlusconi che da quelli di Prodi possono sorgere dei dubbi: che sia questo modus operandi che ci vuole sempre laboratorio il vero antenato dell’inciucio?
Non si spiega altrimenti una riorganizzazione scolastica che, prendendo l’avvio da un protocollo di intesa con il ministro Moratti ( governo Berlusconi) ha condotto ad una riforma elogiata dal ministro Gelmini ( ancora governo Berlusconi), con il beneplacito di sindacati tradizionalmente vicini al mondo della sinistra e attraverso l’appoggio totale del ministro Fioroni ( governo Prodi).Il quale addirittura reintrodusse l’obbligo di recuperare le insufficienze nelle scuole superiori prima dell’inizio del nuovo anno scolastico. Ovunque, ma non in Trentino.
Lo stesso ministro dichiarava in una conferenza stampa dell’ottobre 2007 : “Quarantadue studenti su cento vengono ammessi con debito alla classe successiva, solo 1 su 4 lo recupera, ma gli altri vanno avanti comunque. Sarebbe imperdonabile prendere atto di questa situazione e non fare nulla. Per questo ho deciso di stabilire una data, il 31 agosto, e comunque prima che inizi il nuovo anno scolastico, per accertare di aver colmato le lacune. Le scuole organizzeranno corsi e faranno verifiche anche durante tutto l’anno, ma l’ultima chiamata dovra’ essere fatta prima che ricomincino le lezioni: chi ha saldato andra’ avanti, chi ha bisogno di piu’ tempo si fermera”‘.
Evidentemente gli studenti trentini godono di impagabili capacità di recupero , ignote ai colleghi del resto d’Italia.
I successivi governi, di centrodestra o tecnici, ( Gelmini o Profumo) non si sono curati di sanare questa evidente ingiustizia, che obbliga gli studenti del resto d’Italia a recuperare i votacci accumulati, mentre le insufficienze trentine ( i poveri docenti sono obbligati d’imperio a definirle eufemisticamente”carenze”!), pur se rimangono inalterate nel tempo e riguardano materie essenziali, “evaporano” ( letteralmente, dai verbali dei Collegi Docenti), non lasciando alcuna traccia di sé nell’immacolato curriculum scolastico degli studenti locali. Che pur essendo come gli altri, devono apparire migliori a tutti i costi.
Con ciò lasciando che il buon senso e la parità di trattamento dei cittadini anneghino nell’ipocrisia bipartisan concessa dai governi romani all’ ”autonomia amica”.
I governi centrali, berlusconiani , prodiani o tecnici, hanno accettato di buon grado, inoltre, l’evidente forzatura, nemmeno prevista a livello statutario, della nomina di due giudici amministrativi ad opera del Consiglio provinciale.
Giuristi di fama e semplice comune sentire vorrebbero che la politica stesse lontana dall’amministrazione della giustizia. Ogni contaminazione tra le due è pericolosa. Ne hanno fatto una bandiera gli elettori di sinistra, scandalizzati dalle molteplici prese di posizione sui giudici da parte di Silvio Berlusconi. Ma i paladini dell’indipendenza giudiziaria – i ministri Flick e Mastella dei governi Prodi – non hanno mosso un dito per sanare questa anomalia tutta locale, che investe la giustizia di cui il cittadino ha più bisogno: quella amministrativa.
Capolavoro finale, in attesa dell’Autonomia integrale,invocata da Lorenzo Dellai che vorrebbe attribuire al Trentino la competenza sulla giustizia, un decreto legislativo del 2011, controfirmato da Silvio Berlusconi e da Raffaele Fitto – noti rappresentanti della sinistra estrema – consente alla Provincia Autonoma di integrare la sezione di controllo della Corte dei Conti con un componente designato dai Consigli Provinciali, con oneri ( intorno ai 200.000 euro annui) a carico dei contribuenti trentini.
Fitto, Berlusconi, Prodi, Mastella,Flick, Fioroni, Gelmini e Moratti. Un perfetto governo di larghe intese, amico di chi ha gestito e vorrebbe continuare a gestire il territorio, nemico dell’Autonomia vera dei Trentini, che hanno diritto, senza accordi al ribasso o strani do ut des sempre poco chiari, ad una scuola dignitosa, a tribunali amministrativi lontani da ogni ingerenza politica e ad un controllore che non sia costretto ad avere accanto il presidio del controllato. Al rispetto, in buona sostanza, della Costituzione e dello Statuto.
Ecco perché un governo di larghe intese, con ministri di provenienze politiche diverse non mi induce a sperare in un cambiamento vero per il Trentino. Mentre altrove l’inciucio lo si teme, in Trentino lo si vive. Da tempo. A scapito dei cittadini, blanditi con le briciole della ricchezza che l’Autonomia ha prodotto e per il solo interesse di governi- nazionali e locali- complici, piuttosto che amici.
Giovanna Giugni
Consigliere comunale indipendente a Trento

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